È dal caos che si crea il cosmo, ed è quindi dallo scontro al calor bianco di venerdì che usciranno, sabato, il nuovo presidente del Senato, quello della Camera e, forse, anche una nuova alleanza di governo.
La prima giornata di votazioni tra Montecitorio e palazzo Madama si è svolta in un ping pong tra le due assemblee, entrambe impegnate a votare tatticamente scheda bianca nei primi scrutini, quelli in cui il quorum è troppo alto per eleggere un candidato. Forza Italia ha tenuto duro su Paolo Romani, inviso al M5s, nonostante il tentativo della Lega di far esprimere agli azzurri un altro candidato. Ma a metà pomeriggio la pazienza degli esponenti del Carroccio era finita: “van bene le questioni di principio – sospirava il numero due Giancarlo Giorgetti – ma se sui principi ci si incarta…”.
Ecco allora il colpo di scena: con un voto blindato, una vera e propria prova muscolare, tutta la truppa leghista ha votato Anna Maria Bernini, senatrice di Forza Italia ma non sostenuta da Silvio Berlusconi. “Lo abbiamo fatto per sventare un abbraccio Pd-M5s” ha motivato Matteo Salvini. Apriti cielo: il Cavaliere non l’ha mandata giù: “Un atto di ostilità a freddo che da un lato rompe l'unità della coalizione di centrodestra e dall'altra smaschera il progetto per un governo Lega-M5s”. Insomma, rottura totale. E in serata, a rincarare la dose, Luigi Di Maio ha twittato: “per la presidenza del Senato siamo disponibili a sostenere Anna Maria Bernini o un profilo simile”.
Per la Presidenza del Senato siamo disponibili a sostenere Anna Maria Bernini o un profilo simile.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 23 marzo 2018
Berlusconi si è trovato dunque davanti a un bivio: da un lato una riappacificazione con Salvini e una convergenza su un nome nuovo, magari quella Elisabetta Alberti Casellati di cui si è parlato nei giorni scorsi, o la conferma di Romani. Nel primo caso potrebbe raccogliere anche i voti del M5s, che vedrebbe a quel punto eletto un suo uomo a Montecitorio. Nel secondo caso si aprirebbe uno scenario inedito, con un possibile accordo M5s-Lega (che ha i numeri sufficienti) su un nome nuovo. La mossa di Salvini, dunque, ha spiazzato il leader di Forza Italia, ha riaperto i giochi con il M5s e potrebbe essere foriera di una intesa che va oltre l’elezione dei presidenti delle Camere.
Il leader del Carroccio ha recuperato la centralità che Berlusconi gli aveva offuscato in questi ultimi giorni, avendo la possibilità di tenersi aperte due porte e rendendolo così più forte nelle trattative con Fi. Di certo domani il Senato alla quarta votazione eleggerà il suo presidente, ed entro domani sera, di conseguenza, potrebbe esserci anche il nuovo presidente della Camera. Se non ci saranno colpi di scena da parte di Berlusconi, sedotto dalle sirene della permanenza al governo anche a costo di essere subalterno alla Lega, si capirà anche molto di quale maggioranza potrà sostenere il nuovo governo. E potrebbe essere un inedito asse giallo-verde che potrebbe proiettare l'Italia nella Terza Repubblica.