Ultime ore decisive e poi, se non ci saranno sorprese dell'ultimo minuto, Luigi Di Maio e Matteo Salvini saliranno al Quirinale per annunciare a Sergio Mattarella il nome su cui hanno raggiunto tra loro un'intesa per la guida del nuovo governo. Il Capo dello Stato si appresta a imboccare l'ultima curva del percorso che potrebbe portare alla nascita dell'esecutivo, attento come sempre alla forma, che è anche sostanza.
La road map del Quirinale
Luigi Di Maio ha spiegato che per il M5s, una volta trovato "l'accordo politico", è Mattarella a decidere "i passaggi da fare"; Matteo Salvini aveva anticipato nel primo pomeriggio che con l'alleato era stata trovata la quadra sul premier e anche sui ministri. Il Capo dello Stato, Costituzione alla mano, mantiene ferma la sua road map: prima il premier poi, discutendone solo con quest'ultimo, i ministri. Mentre il Presidente attende la comunicazione ufficiale del raggiunto accordo, già si ipotizzano i passaggi successivi. Se l'ok arriverà, come previsto, si potrebbero far partire oggi le convocazioni per i due partiti di maggioranza, che potrebbero dunque salire al Colle da questo pomeriggio in poi.
Dai due leader giallo-verdi il Presidente vorrà sapere innanzitutto se l'intesa è salda e che nome propongono per la guida dell'esecutivo. Nessuna pregiudiziale da parte di Mattarella verso nessuno, ma affidare l'incarico al presidente del Consiglio è una prerogativa che la Costituzione affida al Presidente della Repubblica e su questo l'attuale inquilino del Quirinale non transige. Servirà dunque un nome che rappresenti sia la solidità dell'accordo tra i partiti che sostengono il governo, sia una certa autorevolezza per rappresentare il Paese nei consessi internazionali.
Nessuna preclusione all'ipotesi Conte
Sul nome di Giuseppe Conte, circolato in queste ore, ad esempio, nei giorni scorsi non si erano registrati segnali negativi. L'importante, per Mattarella è che l'impasse si sblocchi. Da quel momento in poi, da quando ci sarà in campo il presidente del Consiglio incaricato, il Presidente intende discutere della lista dei ministri e del programma solo con lui. Come ha ricordato pochi giorni fa, citando il presidente Luigi Einaudi, questo dice la Costituzione. Sarà dunque con il premier incaricato che il Presidente vaglierà la lista dei ministri, con una particolare attenzione ai dicasteri di Esteri, Interni, Difesa ed Economia, senza preclusioni aprioristiche per nessuno.
Altro passaggio importante sarà il programma; se è vero che il Presidente non intende leggere bozze più o meno definitive, né correggerle o avallarle, è anche vero però che il clima di allarme delle cancellerie europee (e non solo) e dei mercati ha preoccupato il Capo dello Stato, che sicuramente incontrando il premier gli farà notare come le proposte del governo dovrebbero essere sostenibili e non creare instabilità finanziaria al Paese, oltre ad essere tutte nell'ambito della lettera della Costituzione. Del resto già a fine anno Mattarella aveva chiesto ai partiti che cominciavano la campagna elettorale di avanzare proposte "comprensibili e realistiche" e difficilmente ha cambiato idea.