Il nome di Giovanni Tria al dicastero di via XX settembre l'ha fatto, riferiscono fonti parlamentari della Lega, Giancarlo Giorgetti che lo conosceva da tempo, mentre il colloquio decisivo tra Matteo Salvini e Paolo Savona ci sarebbe stato questa mattina con l'ok dell'economista che ha accettato il ministero degli Affari europei.
"La gente non avrebbe capito"
La gente non avrebbe capito, non potevamo restare fermi, ha spiegato poi Salvini ai fedelissimi per motivare la decisione di far cadere il muro eretto in queste settimane su Savona all'Economia.
In realtà l'exit strategy escogitata per rassicurare il Colle non vuol dire che il Carroccio farà un passo indietro nella battaglia in Europa. "Nelle riunioni a Bruxelles Savona e Moavero andranno insieme", spiega un esponente del partito di via Bellerio. La Lega dunque non intende abbassare la guardia. Per quanto riguarda la Farnesina l'ex ministro del governo Monti è stato in ballottaggio fino all'ultimo con l'ambasciatore italiano in Russia, Terracciano.
L'accordo è stato trovato in poco tempo sulle altre caselle. Tria è conosciuto anche nel centrodestra: è stato un collaboratore di Brunetta quando era ministro della Funzione Pubblica e, osserva un esponente di FI, ha scritto parte del programma del partito azzurro. Per quanto riguarda gli altri ministri Di Maio e Salvini hanno concordato di presentare la stessa squadra illustrata al presidente della Repubblica.
Un chiarimento necessario
L'incontro decisivo naturalmente è stato quello tra Salvini e Di Maio. Non voglio fregarti, ha spiegato il segretario del Carroccio all'ex vice presidente della Camera che in un primo momento, scosso anche da indiscrezioni di stampa nei giorni scorsi, aveva sospettato che la Lega preferisse il voto. Salvini, che ha comunque lavorato per trovare un'intesa fino all'ultimo, è stato anche sollecitato dalla base a chiudere. Ha poi soddisfazione con lo stato maggiore della Lega. Tuttavia anche molti 'big' non nascondono i timori per la nascita dell'esecutivo. La tesi è che non bisogna farsi troppe illusioni, che la navigazione sarà difficile perché già sono arrivati messaggi negativi dall'Europa. La preoccupazione è legata all'offensiva dei mercati, alla speculazione che - questa la tesi - sarebbe partita dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra. "Siamo convinti che tenteranno di ostacolarci ma non potevamo sottrarci", spiega un 'big' del partito.
Salvini è pronto quindi alla battaglia ma anche con i suoi ha sottolineato che con le elezioni a settembre il partito avrebbe potuto raddoppiare i consensi ed avere un mandato molto più ampio. Ma uno dei punti di svolta è stato il cambio di marcia di Di Maio che ieri è andato al Colle, insistendo sullo spostamento di Savona. "Il nostro obiettivo è quello di continuare a lavorare con M5s, per questo motivo abbiamo cambiato la casella a Savona", riferisce un altro esponente del Carroccio.