Berlusconi dà il via alla rivoluzione azzurra. Basta nomine calate dall'alto: una nuova squadra, senza indicazioni del Capo che comunque si è speso personalmente per cercare che alle due assemblee di gruppo in programma domani, alla Camera e a palazzo Madama, si dia un'immagine di compattezza. Via Brunetta e Romani: si va verso l'unanimità per Gelmini a Montecitorio (ci dovrebbe essere comunque un voto per far risaltare l'ampio consenso) mentre manovre sono ancora in corso al Senato anche se la promozione di Bernini è pressoché certa.
Il 'nuovo corso' comprenderà anche a breve i coordinatori, a partire da Marche ed Emilia Romagna. E l'idea è quella di arrivare ad un coordinatore unico a cui affidare il partito. Tra le figure in campo si fa il nome di Tajani.
I partiti del centrodestra al Colle da separati?
Il Cavaliere domani sarà a Roma per seguire la partita interna al partito ma soprattutto per monitorare le trattative sulla formazione del governo. Al Colle per il giro di consultazioni i partiti di centrodestra dovrebbero andare separati. Un segnale del fatto che l'ex premier (sarà accompagnato dai due nuovi capigruppo), pur fidandosi di Salvini (e lo ha ribadito oggi in due interviste) aspetta di vedere se Di Maio e il segretario del Carroccio passeranno dalle parole ai fatti. C'è ancora scetticismo, Berlusconi prenderà tempo, attenderà l'opera di mediazione di Mattarella, ma intanto Salvini continua nel suo dialogo a distanza con il Movimento 5 stelle, considerato "affidabile" (ieri erano arrivati i 'complimenti' di Grillo) e un partner serio per formare un esecutivo. Il leader del partito di via Bellerio ha 'sdoganato' il reddito di cittadinanza, rilanciato i suoi punti programmatici che presenterà al Quirinale e si è detto disposto anche eventualmente a fare un passo indietro. In FI sono convinti che possa essere speso il nome di Giorgetti, ma al momento lo schema di chi andrà a palazzo Chigi non è ancora definito. Di Maio non fa retromarcia, alla fine potrebbe essere individuata una figura di raccordo per cercare convergenze poi in Parlamento.
Le ansie del Cavaliere
Il nodo vero è tra FI e M5s. La Lega ribadisce che il perimetro da cui partire è quello del centrodestra, ma i pentastellati hanno già fatto intendere che non vogliono alcun legame con il partito azzurro. Il timore di Berlusconi è che FI possa essere messa ai margini, che al partito possano essere destinati, eventualmente, dicasteri poco importanti, invece che ministeri di peso come lo Sviluppo e l'Economia. Ma il Cavaliere vuole essere della partita e auspica, riferisce un 'big' azzurro, che magari nasca un esecutivo in cui M5s possa dare solo l'appoggio esterno. Gioca di rimessa in ogni caso, le trattative le porta avanti Salvini. Salvini-Di Maio da soli? Per l'ex premier "sarebbe un ircocervo". "O ci muoviamo come centrodestra o nessuno si muove da solo", la risposta del segretario della Lega. Ma la preoccupazione in FI è che Salvini, dopo aver puntato su Bernini invece che su Romani per lo scranno più alto di palazzo Madama, possa voler decidere di sua iniziativa i ministri. Rottamando la vecchia classe dirigente azzurra e chiedendo che si peschi tra le nuove leve. La 'rivoluzione' in realtà Berlusconi la sta facendo in casa. Con l'obiettivo di ricostruire il partito, di portare davanti alle tv nuovi volti e una nuova squadra. Domani dovrebbero essere nominati anche i vice capigruppo (alla Camera dovrebbe essere riconfermato Occhiuto).
Le mosse del Carroccio
La Lega al momento è impegnata a costruire il percorso per far sì che Salvini possa ottenere l'incarico di formare il governo dal Capo dello Stato. Il timore è quello di 'bruciarsi', per ora si punta sulle affinità con M5s, come la cancellazione della Fornero, il nuovo rapporto con l'Europa e il taglio dei costi della politica. "A me - ha spiegato il leader del Carroccio - interessa che l'Italia cambi: sono pronto a metterci la faccia ma non è che è 'O Salvini o la morte', Salvini è a disposizione, ma se c'è una squadra possiamo ragionare con la squadra".
"Un altro scoglio - ragionano piu' leghisti - sarà scardinare la macchina dello Stato, aver ragione della burocrazia, dover fronteggiare le istituzioni di Bruxelles che già ipotizzano una manovrina". "Se riusciamo a formare un governo dovremo rivoltare la macchina dello Stato come un calzino", azzarda un altro esponente del Carroccio. Discorsi prematuri anche se dietro l'angolo c'è il Def che, questa la convinzione nella Lega, non darà particolari indicazioni. La convergenza con M5s si misurerà anche dalle risoluzioni che verranno presentate, con l'obiettivo comune di mettere nero su bianco la necessità di scongiurare l'aumento dell'Iva.