Carlo Calenda si iscrive al Pd e la notizia fa ben più rumore dell'iscrizione di un privato cittadino. Non a caso il primo a congratularsi è il premier Paolo Gentiloni che su twitter cinguetta "grazie Carlo".
Grazie Carlo! https://t.co/OIpELxF36p
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 6 marzo 2018
Le dimissioni post-datate i Matteo Renzi dalla segreteria hanno creato scompiglio nel partito. Tra i renziani perché perdono la prospettiva di guidare nel futuro il vertice, per i non renziani perché perdono la possibilità di determinare i primissimi passi della politica dopo il voto. Renzi infatti ha annunciato che si dimetterà ma solo dopo che saranno stati eletti i presidenti delle Camere e sarà stato formato il governo. La sua decisione, insomma, è impedire che il Pd possa anche solo lontanamente allearsi con il M5s per un governo di larghe intese giallo-rosso.
Il timore del segretario dimissionario, infatti, è che ampi settori dem si stessero già mettendo d'accordo sotto banco con i grillini per apparecchiare un esecutivo con Di Maio premier e alcuni ministri di area democratica, magari ricevendo in pegno la presidenza di una Camera. Tra i sospettati da Renzi c'erano Dario Franceschini ma anche altri esponenti del calibro di Paolo Gentiloni. Per questo la sede del Pd lunedì si è trasformata in un fortino assediato, con liti e scontri fuori e dentro le stanze e nei corridoi.
Non bisogna fare un altro partito ma lavorare per risollevare quello che c'è. Domani mi vado ad iscrivere al @pdnetwork. https://t.co/5Jem2aDZfO
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 6 marzo 2018
Sullo sfondo il timore di Renzi che Sergio Mattarella, con la sua linea, potesse favorire l'asse tra dem e M5s. Il capo dello Stato, infatti, ha fatto sapere che intende affidare l'incarico di governo a chi gli porterà il 50% più uno dei seggi e quindi una maggioranza in grado di sostenere un governo. Non si accontenterà di governi di minoranza o raccogliticci ma chiederà ai tre poli di trovare, almeno tra due di questi, una convergenza. Ecco così spiegate le parole del segretario dimissionario contro chi gli ha impedito di andare a votare dopo il referendum del dicembre 2016: un'operazione che Renzi subì controstomaco. Ora vorrebbe evitare che una linea netta da lui decisa, il no a un governo Pd-M5s, venisse ribaltata dal suo partito con il Quirinale a fare da sponda.
È molto bello ed importante che in un momento difficile ci sia chi vuole dare il proprio contributo al Pd, al suo pluralismo e al suo rafforzamento. Benvenuto a @CarloCalenda.
— Anna Finocchiaro (@FinocchiaroAnna) 6 marzo 2018
In questo clima di lunghi coltelli, l'iscrizione di Calenda al Pd è il classico sasso nello stagno. Un gesto forte, che cambia le carte in tavola. Se infatti le minoranze del partito erano divise e disorientate, con i capi abbacchiati e provati da scontri nei collegi elettorali spesso persi, ora possono trovare nel ministro dello Sviluppo un nuovo leader. Il profilo di Calenda è in linea con il nuovo Pd: uomo di cultura industriale ma vicino ai lavoratori dopo le lunghe trattative per evitare crisi aziendali e chiusure di fabbriche dall'Alcoa all'Embraco. Conosciuto all'estero e decisionista, anche se già si elencano i suoi difetti, potrebbe essere individuato come l'anti-Renzi in una battaglia congressuale che comincerà lunedì con la riunione della direzione del partito.
La scelta giusta. Grazie @carlocalenda https://t.co/fPMheMEu3G
— Maurizio Martina (@maumartina) 6 marzo 2018
"Non bisogna fare un altro partito, ma lavorare per risollevare quello che c'e'. Domani mi vado a iscrivere al Pd" ha annunciato di prima mattina il ministro su Twitter, e a qualcuno è sembrata quella che in economia si chiama Opa, una scalata per prendere la guida. Paolo Gentiloni lo ha subito ringraziato, facendo così capire che ha il suo appoggio, anche se non è chiaro ancora se lo sosterrebbe in un eventuale congresso e se questo possa leggersi come una frattura del premier con il segretario dimissionario. Insieme a gentiloni le lodi sono arrivate anche dal vicesegretario Maurizio Martina e da Matteo Richetti, pesi massimi del partito che i giornali raccontano in rotta con Renzi.
Preparo il comitato d’accoglienza! Che bella notizia @CarloCalenda! Si riparte alla grande https://t.co/TsViwNcvh9
— Matteo Richetti (@MatteoRichetti) 6 marzo 2018
Il ministro, sempre via Twitter, spiega anche la sua linea: "E' successo in tutto l'Occidente ai progressisti, è anche effetto del nostro modo di comunicare ottimistico/semplicistico. Tornare a capire le paure, non tentare di esorcizzarle", perché "abbiamo dato la sensazione di essere un partito delle elite". Insomma, sarà anche un semplice iscritto, ma ha già un programma chiaro e supporter di peso. A meno di un anno dal precedente, insomma, è cominciato il congresso del Pd.