Numero di matricola 75190 del lager di Auschwitz, da oggi senatrice a vita. Liliana Segre, testimone della Shoah, è stata nominata da Sergio Mattarella con l’incarico più prestigioso della Repubblica. Siederà a palazzo Madama insieme a Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Mario Monti.
Il Presidente della Repubblica è abituato a parlare più con i fatti che con i discorsi. Il suo primo atto, appena eletto e prima ancora del giuramento, tre anni fa, fu di recarsi alle Fosse Ardeatine. Ora, mentre monta un sentimento di paura del diverso che assume a tratti i connotati del razzismo, nomina senatrice a vita una donna la cui vita è un inno contro l’odio e le discriminazioni.
Nata nel 1930 in una famiglia di ebrei laici, milanese, a otto anni ha dovuto lasciare la scuola a causa delle leggi razziali. A tredici anni è stata catturata e poi deportata ad Auschwitz, partendo dal binario 21 della stazione di Milano. Nel lager ha perso il padre e i nonni. Sopravvissuta, ha vissuto con i nonni materni, gli unici rimasti in vita nella sua famiglia. Dopo la guerra ha sposato un avvocato cattolico, che nel 1943 fu deportato insieme ad altri 600.000 militari italiani che non vollero aderire alla Repubblica sociale.
Da quasi trent’anni gira nelle scuole per raccontare ai giovani la sua storia e quella di milioni di altri, vittime della “follia del razzismo”. Ha scritto diversi libri di ricordi, sulla vita di una bambina travolta da una storia insensata. “Coltivare la Memoria, è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza. E la può usare" ha detto appena ha ricevuto la telefonata con cui Mattarella le annunciava la nomina.
E’ presidente del Comitato per le "Pietre d'inciampo" di Milano e per il suo impegno di testimonianza ha ricevuto numerose onorificenze tra cui quella di Commendatore al merito della Repubblica. Un impegno che ha già assicurato di voler proseguire, a 87 anni, anche da senatrice a vita. Perché vuole raccontare ai giovani “l’orrore della Shoah, la follia del razzismo”, “non dimenticando e non perdonando, ma senza odio e spirito di vendetta. Sono una donna di pace e una donna libera: e la prima libertà è quella dall'odio".
“Finché io sarò viva, tu continuerai a brillare” diceva ogni sera a una stella, guardando il cielo dalla sua cella di Auschwitz. L’indifferenza è il suo nemico, e da oggi lo spiegherà dal suo seggio al Senato.