Giornalisti, parlamentari uscenti, attivisti e portaborse. Dalle prime indiscrezioni sono queste le principali categorie presenti tra le migliaia di autocandidature sulla piattaforma del M5s in vista delle elezioni politiche. Talmente tante che hanno mandato in tilt il sito. Ad esse va aggiunto il nome di Gregorio De Falco, il capitano eroe divenuto famoso durante il naufragio della Concordia.
In attesa di più dettagli (la piattaforma Rousseau è ovviamente privata e chiusa, i nomi dei candidati non sono pubblici), che arriveranno solo tra due settimane, e di un vaglio definitivo di Luigi Di Maio e Beppe Grillo, i primi nomi che circolano per i possibili nuovi parlamentari grillini sono in prevalenza i volti noti della tv, nonostante le critiche spesso giunte da Beppe grillo verso i giornalisti. Gianluigi Paragone, conduttore di talk show come ‘La gabbia’, Emilio Carelli, ex direttore Skytg24, e Dino Giarrusso, delle Iene, hanno dato la loro disponibilità.
Anche la stragrande maggioranza dei parlamentari ha avanzato la richiesta di una ricandidatura: si calcola che circa il 75% degli uscenti correrà di nuovo per entrare alla Camera e al Senato. Sono una eccezione Alessandro Di Battista e alcuni deputati che preferiscono tornare alla loro vita come Manuela Serra, senatrice sarda che torna a insegnare, e i deputati siciliani che furono sanzionati per lo scandalo firme Claudia Mannino, Riccardo Nuti, Giulia Di Vita. Ma soprattutto tra le migliaia di autocandidature, se ne contano a centinaia tra gli attivisti della prima ora e tra i ‘portaborse’ di eletti 5 stella a livello nazionale e locale.
La tradizionale corsa al volto noto, invece, per ora non sfonda nel M5s. La scelta delle candidature a ogni elezione, da diversi anni, passa attraverso una fase di ricerca di vip, a volte con un curriculum di tutto rispetto, a volte solo parodia dei ‘Village people’. Ai tempi di Bettino Craxi Rino Formica bollò l’assemblea nazionale socialista, anticamera delle candidature, come una “corte di nani e ballerine”. Ai tempi dei Ds di Walter Veltroni si parlò di “figurine”. Chi è venuto dopo di loro non ha certo invertito questa rotta. Guardando il lato positivo del fenomeno, la candidatura vip viene considerata la scorciatoia più facile per parlare con la società civile e, si spera, per dare ad essa voce in Parlamento.
Dopo la prima legislatura dichiaratamente e orgogliosamente da dilettanti, i pentastellati stanno “diventando adulti”, come ha annunciato lo stesso Grillo a Capodanno. E dunque cercano una classe dirigente più titolata, con esperienza nelle professioni, anche per mostrarsi ed essere all’altezza di assumersi il compito di governare, in caso di successo elettorale. Per ora però l’obiettivo di attirare l'elite della società civile non è stato centrato nelle autocandidature. Sono pochi i professionisti di alto livello, pochi i docenti universitari e pochi gli imprenditori. Ma il pressing di Di Maio su questi settori continua: “l’obiettivo è coinvolgere le migliori risorse per il Paese” ha detto il leader M5s anche “per quanto riguarda la squadra di governo”.
Per ora si registrano un sì, un no e un ni pesanti: sarà della partita Marco Montanari, consulente della Farnesina e ora della Ue sulla missione militare in Niger, ha invece declinato l’offerta il sociologo Domenico De Masi, sta valutando l’imprenditore Arturo Artom. Tra due settimane ci sarà il secondo round di candidature, le valutazioni finali si faranno allora. Poi toccherà agli elettori.