Sono giorni decisivi per sapere quando si andrà a votare. Il governo ha varato il decreto che disegna i nuovi collegi elettorali per rendere applicabile il Rosatellum, cioè per poter andare alle urne. Esistono alcuni elementi oggettivi e istituzionali ed altri politici che determineranno la scelta del presidente della Repubblica. Innanzitutto vediamo quelli politici.
Il Pd, con la Lega, Fdi e M5s ha chiesto di votare ai primi di marzo; il governo vorrebbe far votare dal Parlamento lo ius soli, mentre sono in attesa anche biotestamento e vitalizi e questo porterebbe alle urne a fine marzo, molto probabilmente il 18; Forza Italia preferirebbe elezioni a maggio per dar modo a Silvio Berlusconi di non aver più l’handicap della incandidabilità. Di certo la richiesta di Fi di votare a maggio per fare l’election day con le regionali e risparmiare milioni di euro non ha fondamento poiché Lazio Lombardia e Friuli hanno votato a febbraio 2013 e potrebbero senza grandi problemi votare a marzo 2018.
La data più probabile dunque per ora è marzo, non oltre il 18 per evitare un accavallamento con la Pasqua che cade il primo aprile. Anche votando a marzo sarebbe quasi impossibile tornare a votare entro l’estate nel caso le elezioni non dessero un vincitore netto e non si riuscisse a dar vita a un governo di larghe intese: insediate le Camere, eletti i loro presidenti e cominciate le consultazioni, sarebbe impossibile indire nuove elezioni prima di luglio e mai si e' vista l'Italia votare sotto l'ombrellone.
Nel frattempo resterebbe in carica “per gli affari correnti” il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ed è anche per questo che al Quirinale par di capire che si preferirebbe che il premier non si presentasse dimissionario a fine dicembre, quando si dovranno sciogliere le Camere: se lo stallo dopo il voto durasse alcuni mesi, sarebbe meglio avere un premier forte soprattutto nelle trattative internazionali, a cominciare da quelle con Bruxelles sui conti pubblici. Sergio Mattarella sta consultando in questi giorni il calendario, sondando gli umori dei palazzi della politica e tirando le sue somme. Una volta approvata la manovra economica si tirerà una riga e il Capo dello Stato dirà cosa pensa nella cerimonia di auguri alle cariche istituzionali nella settimana prima di Natale. Poi spiegherà agli italiani che percorso intende seguire. E lo farà nel tradizionale discorso di Fine anno in televisione.