"Ci sta pensando seriamente, oggi dovrebbe dare un'indicazione precisa", riferisce una fonte parlamentare dem vicina a Marco Minniti. Sono ore decisive nel Pd per capire se la candidatura per la segreteria dell'ex responsabile del Viminale rimarrà sul campo.
La scelta di convergere su Minniti era stata avallata proprio dallo stesso Matteo Renzi ma l'ex premier ha subito chiarito l'intenzione di non essere coinvolto nel dibattito congressuale. Solo che l'ex ministro non è disponibile ad impegnarsi, spiegano i suoi, se nel frattempo Renzi punta solo a costituire comitati civici. La richiesta sul tavolo sarebbe perlomeno che il progetto di Renzi non si strutturi politicamente prima del congresso e delle Europee. Una 'exit strategy' che trova concordi i renziani ma Minniti vuole garanzie direttamente dall'ex segretario dem, e chiede - sottolinea un renziano - un suo diretto coinvolgimento nella campagna per le primarie.
Una tentazione sempre più forte
"Io sono fuori dal dibattito del Pd", ha ribadito anche questa mattina l'ex presidente del Consiglio a Bruxelles. Con i parlamentari europei ha eluso il tema della possibilità di dotarsi di un proprio partito, ha spiegato un parlamentare dem, spiegando solo che queste elezioni europee saranno difficili e che serve una netta scelta di campo anti-sovranista. Nel mirino di Renzi ci sono solo Matteo Salvini e Luigi Di Maio, anche se la tentazione di portare avanti un piano al di fuori del Pd è sempre forte. "L'importante - spiegano altri fonti del Nazareno - sarebbe capire i tempi, perché è chiaro che se Renzi volesse accelerare sarebbe un danno per tutto il partito".
I timori di Zingaretti
"Spero - attacca Zingaretti - che qualcuno non abbia deciso di distruggere il Pd, giocando ad un gioco macabro". I renziani sono in attesa della decisione di Minniti. Antonello Giacomelli spiega: "Siamo pronti a sostenere Marco Minniti con convinzione", ma "quello che però non possiamo fare è trascinare una situazione indefinita fino alle ore a ridosso della scadenza per la presentazione delle candidature. Quindi credo che se nella giornata di oggi non ci sono fatti espliciti e conclusivi, da domani servirà ragionare su un nuovo assetto del Congresso".
Al Senato e alla Camera sono pronte le firme di sostegno alla sua candidatura. Una trentina a palazzo Madama e ancor di più a Montecitorio. "È pronta anche la mozione per supportarlo", riferisce un senatore. I fedelissimi di Renzi però sottolineano che sarà difficile venire incontro alle richieste dell'ex ministro. "È un dibattito surreale", commenta un altro renziano, "non si comprende se abbia timore di perdere o se vuole solo alzare il prezzo".
Da tempo in ogni caso Minniti ribadisce di voler lavorare per non spaccare il partito, per fare in modo che torni un gioco di squadra, che il dibattito non sia tra chi vuole che si chiuda con il renzismo e chi lo difende a spada tratta. Il sindaco di Firenze Nardella ha ribadito che la spinta dei sindaci per Minniti è forte ma, nonostante una telefonata ieri tra l'ex ministro e lo stesso Renzi, un vero chiarimento non c'è ancora stato. Da qui i dubbi di Minniti sulla possibilità di fare un passo indietro. I renziani sono in pressing, altrimenti il 'piano B' è quello di chiedere a Lorenzo Guerini un passo in avanti. L'ex ministro dell'Interno dovrebbe comunque sciogliere la riserva oggi.