Un governo M5s-Lega? "Una missione impossibile", per Maroni. "Nulla è irrealizzabile", dice Salvini. Due versioni opposte che certificano la distanza tra chi come l'ex governatore della Lombardia (ma anche il Cavaliere) vede solo un accordo con il Pd un possibile approdo e chi, come il leader del Carroccio, intende andare in Parlamento a verificare se "i punti in comune" con i pentastellati possano evitare le urne. Intanto l'input di Di Maio (ha sentito anche Martina, Grasso, Meloni e Brunetta) e Salvini è far partire il Parlamento, renderlo esecutivo. L'asse M5s-Lega continua a reggere. Nomi non ne fanno ma il leader del Carroccio ribadisce che sulla partita delle presidenze delle camere occorre rispettare il voto degli italiani.
Forza Italia teme l'isolamento
Nel frattempo FI è sempre più in ebollizione in quanto fuori da ogni trattativa. Il timore nel partito è che si resti fuori da tutto, anche considerato il veto grillino su Romani, difeso strenuamente da tutti i dirigenti azzurri. Nei prossimi giorni si riuniranno i capigruppo del centrodestra. La strategia di FI è quella di coinvolgere i dem sulle vicepresidenze e sulla guida degli uffici di presidenza che avranno un ruolo importante su diversi temi, come quello sul taglio dei vitalizi. Ma è Salvini a trattare, "a nome del centrodestra".
Di nuovo al voto insieme alle Europee?
L'auspicio di Berlusconi è che il Carroccio sia ragionevole, si confida in Giorgetti - nome apprezzato per lo scranno di Montecitorio - ma aumenta sempre di più l'irritazione per come si sta muovendo il segretario del partito di via Bellerio. "Berlusconi - sottolinea Maroni - teme l'Opa di Salvini su Forza Italia. Da qui al 23 quando si decideranno i presidenti delle Camera si giocherà". Per l'ex governatore della Lombardia "un governo di larghe intese garantirebbe la compattezza del centrodestra e potrebbe durare un anno per una legge elettorale fatta bene. C'è già la data: il 26 maggio 2019, quella prevista per le europee", far saltare l'intesa Lega-FI "metterebbe in crisi i governi regionali e locali". "Non è dovuto che si dia un presidenza di una Camera alla forza che è arrivata seconda", osserva Meloni.
La tattica di Salvini
L'obiettivo di Salvini è andare in Parlamento per trovare convergenze su temi quali la cancellazione della legge Fornero, la riforma della scuola, il rapporto con l'Europa e la giustizia. "Farò di tutto - premette - per dare agli italiani un governo serio, stabile e coerente che risolva i problemi del lavoro e vada in Europa". Ma il no ad un'alleanza con il Pd è netto anche se l'auspicio è che i dem diano "una mano a far ripartire questo Paese".
Martina distingue nuovamente la partita sul governo da quella sulle presidenze delle Camere. "Per il bene delle istituzioni è doveroso un confronto tra tutte le forze parlamentari". Per Grasso "bisogna individuare figure autorevoli e di garanzia". "Chi vuole governo con M5s non ha a cuore il futuro del Pd, ma la sua estinzione", afferma il renziano Marcucci.