È la moral suasion, bellezza! Quando il clima si fa teso e la soluzione non si trova per i troppi veti e le troppi liti, il presidente della Repubblica esercita un potere fatto non di azioni ma di suggerimenti, pressioni, aut aut. Come una mamma che minaccia i figli scapestrati di mandarli a letto senza cena o di sospendergli la paghetta, il capo dello Stato fa capire ai partiti che se non la smettono di porre condizioni impossibili e non danno un governo al paese, dovranno fare i conti con le sue lezioni.
Calata ai giorni nostri, la moral suasion è l'unica arma indolore che Sergio Mattarella potrà usare se il centrodestra, M5s e il Pd continueranno a bisticciare, contrapponendosi veti che rendono impossibile un'alleanza e quindi la nascita di un nuovo esecutivo.
Per il Presidente la questione va al di là di una scelta politica, già compiuta dagli elettori, il problema è che l'Italia non si può presentare alle grandi e gravi sfide delle prossime settimane senza una guida stabile. Il rischio di una guerra per la Siria, la manovra economica, il disegno di una nuova Europa, la baruffa degli Usa sui dazi non possono essere affrontate da un governo dimissionario che non ha la fiducia del parlamento e cioè non ha il sostegno dei partiti che rappresentano il popolo. L'Italia intera, già spesso ritenuta debole, deve avere nel mondo una rappresentanza politicamente forte e cioè un esecutivo in carica.
Ecco perché Mattarella si è stancato di un balletto di dichiarazioni che non portano a nulla e ha deciso di mettere la parola fine alle consultazioni. Stanco di sentirsi ripetere le solite parole, ha chiesto ai partiti di assumersi delle responsabilità, altrimenti deciderà lui come procedere, diventanto supplente di un potere, quello delle forze politiche, che si ostinano a non scendere realmente in campo.
Non avendo poteri esecutivi potrà esercitare quelli che ha a sua disposizione, e tra questi due in particolare: la possibilità di affidare il preincarico o il mandato esplorativo. Se voi non siete in grado di fare un governo - dirà - ci penso io. E già la sola minaccia potrebbe convincere Salvini e Di Maio a fare un accordo.
Perché il rischio per i due leader è di apparire due vincenti che non sanno come usare i milioni di voti presi. E di vedersi scegliere da un altro, il Presidente, sia il nome del premier che quelli dei ministri. Nel caso di preincarico, poi, il timore dei due capi di Lega e M5s è di bruciarsi, perdendo per tutta la legislatura l'occasione di andare a Palazzo Chigi.
Se nulla andrà per il verso giusto il Capo dello Stato metterà in campo un mandato esplorativo per uno dei due presidenti delle Camere, Elisabetta Casellati o Roberto Fico, e questo potrebbe sfociare in un governo istituzionale, visto come il fumo negli occhi da Carroccio e Cinquestelle. La minaccia di Mattarella di usare i due strumenti a sua disposizione ha già fatto fare qualche timida apertura a tutti i protagonisti, Lega, M5s e Pd.
A metà della prossima settimana il capo dello Stato parlerà e spiegherà agli italiani che il paese non si può permettere teatrini o tira e molla: servono partiti responsabil che si assumano il compito di governare. Rimettendo in soffitta anche qualche slogan e qualche veto da campagna elettorale. E se non l'avranno fatto, deciderà lui.
Uomo avvisato mezzo salvato, recita il proverbio; e Mattarella venerdì ha mandato l'ultimo avviso ai partiti.