E' l'ultima chiamata ai partiti: parlate ora o tacete per sempre. Sergio Mattarella si è stancato di un tira e molla delle forze politiche che dura da due mesi e non porta a nulla e le ha convocate al Quirinale per lunedì. Obiettivo stanarle.
Dalla loro viva voce, cioè, vuole sapere se hanno altre idee, dopo aver fatto fallire i due tentativi gestiti da Elisabetta Casellati e Roberto Fico, di individuare una maggioranza per il governo, fosse essa di centrodestra-M5s o di M5s-Pd.
Quando le proposte sono solo sui giornali
Nuove idee che continua da settimane a leggere sui giornali (preincarichi, governi a guida Giorgetti o Fico, incarichi al buio) ma che nessuno ha avuto per ora il coraggio di proporgli di persona. Se nessuno di loro farà nuove proposte, non potrà di certo protestare quando Mattarella annuncerà le sue scelte.
Perché quel che è certo è che, esaurita l'ultima consultazione, da lunedì sera ogni giorno sarà buono perché il Capo dello Stato annunci cosa ha deciso di fare per cercare di dare un governo al Paese.
L'accelerazione impressa fa capire quanta irritazione ci sia al Colle: dopo due mesi non solo si è tornati al punto di partenza ma si sono fatti passi indietro, la Ue manda messaggi di preoccupazione, senza un governo si rischia l'aumento dell'Iva. Forze responsabili metterebbero l'interesse generale davanti ai loro interessi di parte.
L'ultimo tentativo
Così Mattarella ci proverà l'ultima volta, lunedì. Poi se il pressing non avrà esito proporrà ai partiti di sostenere un governo per pochissimi mesi, il tempo necessario per varare la manovra che sterilizzi l'Iva, per andare a votare nei primissimi mesi del 2019. Il rischio è alto: le forze politiche potrebbero dire di no al Quirinale, con un effetto di immagine negativa della prima istituzione del Paese.
Ma l'alternativa è accettare il voto a ottobre, ipotesi che il presidente della Repubblica considera la peggiore. Tra i nomi dei possibili premier di un governo del Presidente si è letto di tutto, anche qualcuno assai originale; una delle opzioni è utilizzare la carta Casellati o Fico, che avrebbero il pregio di garantire i voti delle rispettive parti politiche. Ma questi sono scenari sui quali si sta ancora riflettendo. Di certo, per ora, c’è solo che lunedì Mattarella suonerà la campanella e tirerà le orecchie ai partiti.