Sono delle foglioline rosse l'ultimo fronte di scontro tra il Pd e Pietro Grasso, ma dietro a questo piccolo e colorato particolare si nasconde una tensione che correrà lungo tutta la campagna elettorale. Il casus belli sono tre foglioline rosse che trasformano la 'i' di Liberi e uguali', il nuovo nome della forza guidata dal presidente del Senato, in una 'e', a significare le donne che sosterranno il nuovo partito.
Il simbolo, presentato domenica, scatena la furia di alcune esponenti del Pd, che non ci stanno a vedere ridotto il ruolo femminile in quello di grazioso vegetale. La polemica si riversa sui social, tanto che lunedì pomeriggio #foglioline è il terzo trend topic su twitter, ancora più rilanciato dell'attentato a New York. "Foglioline fa rima con veline" lamenta più di una. Liberi e uguali respinge ovviamente la polemica spiegando che si tratta solo di un artificio grafico. Ma l'attacco del Pd ai cugini a sinistra non si ferma e si appunta anche alla presenza del nome di Grasso nel nuovo simbolo. "Siamo gli unici a non avere il nome del leader nel simbolo perché siamo orgogliosi di essere un progetto plurale, siamo ancora gli unici a fare le primarie" punge il renziano Andrea Marcucci, dopo aver fatto presente che la personalizzazione del partito della sinistra arriva proprio da chi aveva criticato Renzi per aver reso il Pd un partito a sua immagine e somiglianza.
Ma dietro lo scontro, che va avanti già da qualche settimana, si nasconde una scossa che terrà in tensione l'area di centrosinistra fino alle elezioni. Il fatto è che in molti collegi uninominali, il Pd rischia di perdere per la concorrenza di Liberi e uguali e come spesso avviene, il nemico è considerata la forza più simile. Al di là dei tentativi di dialogo, dunque, quella delle foglioline sarà solo la prima battaglia tra lil partito di Renzi e quello di Grasso.