Presto il tema del fine vita sarà all'attenzione del Parlamento. Il Movimento 5 stelle ha intenzione di 'ripescare' la proposta di legge di iniziativa popolare risalente al 2013 e presentata al presidente della Camera Roberto Fico dai promotori, Mina Welby e dagli altri rappresentanti dell'Associazione Luca Coscioni.
I pentastellati stanno ragionando come accelerare: giovedì si sarebbe dovuto riunire un ufficio di presidenza congiunto della Commissione Giustizia e Affari sociali di Montecitorio per discutere sui tempi. Incontro rinviato alla prossima settimana a causa dei lavori sul ddl anticorruzione. L'intenzione, spiegano fonti parlamentari M5s, è quella di aprire la discussione nei primi giorni di dicembre, in entrambe le Commissioni. Ed in entrambi i rami del Parlamento, visto che una riunione M5s del gruppo parlamentare al Senato tenutasi all'inizio della settimana ha stabilito che occorrerà presentare in tempi brevi un testo base (ci lavoreranno Mantero e Morra).
L'obiettivo è quello di modificare la proposta di iniziativa popolare e ricercare i numeri a Montecitorio e a palazzo Madama, invitando tutti i parlamentari ad esprimersi secondo coscienza e non a seconda delle posizioni dei partiti. Aprendo così un confronto ampio, tenendo allo stesso tempo conto delle difficoltà di arrivare ad un'intesa con la Lega. "Ma - spiega un esponente dei vertici M5s - sui temi etici non può far fede solo il contratto, serve un dialogo". Del resto l'appello ad un confronto in Parlamento è arrivato dalla Consulta che ha rinviato la decisione sul caso di Marco Cappato fino al prossimo settembre 2019 e ha invitato le forze politiche a trovare convergenze per una legge entro l'anno, "per coprire il vuoto normativo".
Sui temi etici c'è distanza dal Carroccio
Tra i due azionisti di governo c'è distanza anche sul ddl Pillon e sulle adozioni gay ("sono ancora favorevole alle adozioni da parte di coppie omosessuali? Per una poltrona non cambio idea, piuttosto lascio la poltrona", ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadafora). Ma il tema della depenalizzazione dell'eutanasia (il disegno di legge di iniziativa popolare esclude tra l'altro la responsabilità penale del medico che aiuta il paziente a morire e dispone che "ogni cittadino può rifiutare l'inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonché ogni tipo di trattamento di sostegno vitale o di terapia nutrizionale") è uno di quegli argomenti scottanti per la maggioranza. La Lega - tranne pochi eccezioni - è fortemente contraria a modificare la legge. E lo ha ripetuto in più occasioni. "Non se ne parla", spiegano fonti del Carroccio. "Troveremo un'intesa", dicono invece dal Movimento.
L'obiettivo dell'ala che fa riferimento al presidente della Camera Roberto Fico è quello di avviare la discussione per far sì che entro l'estate si possa cambiare la normativa esistente. Di Maio - sostiene un 'big' M5s - non è contrario al confronto anche se c'è la consapevolezza che il tema non è all'ordine del giorno. Non è stato ancora inserito in calendario del resto, ma saranno anche le forze dell'opposizione - il Pd e Leu in particolare (è nato anche un gruppo interparlamentare grazie al lavoro di Cappato) - a spingere.
Anche il Pd presenta una proposta
Giovedì prossimo alcuni esponenti dem - tra questi il capogruppo al Senato, Marcucci - terranno una conferenza stampa per presentare la loro proposta che - questa la premessa - non impegna in modo assoluto il partito. Un disegno di legge, predisposto in collaborazione con l'Istituto Luca Coscioni tra l'altro introduce "la terapia del dolore mediante sedazione ad alte dosi possibile solo presso una struttura sanitaria pubblica", distingue "in modo netto le condotte di istigazione e quelle di aiuto al suicidio e, di conseguenza, le pene della reclusione per le due diverse fattispecie" e, intervenendo sull'articolo 580 del codice penale, garantisce "un'adeguata tutela ai soggetti affetti da patologie inguaribili o degenerative fisicamente totalmente invalidante. non terminale" lasciando la possibilità di effettuare "la sedazione ad alte dosi fino al sopraggiungere della morte in favore dei soggetti malati o disabili non terminali la cui condizione clinica produce sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari e farmacologici".