Innanzitutto la necessità e l’urgenza, e poi alcune norme in contrasto con i trattati internazionali. Da giorni al Quirinale gli uffici legislativi che aiutano Sergio Mattarella a esaminare i testi delle leggi e dei decreti legge sono pronti a ricevere il testo del dl sicurezza varato lunedì mattina dal governo, a prima firma Matteo Salvini.
In base alla Costituzione, il Capo dello Stato deve firmare i decreti perché questi vengano pubblicati dalla Gazzetta ufficiale e diventino operativi. E la firma la può apporre solo se il decreto rispetta due requisiti: se risponde ai criteri di necessità e di urgenza che permettono al governo un provvedimento subito applicabile e se non è palesemente incostituzionale.
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Da giorni, come vuole una prassi di buona creanza che suggerisce di evitare scontri istituzionali, il testo della prima bozza del decreto era giunta informalmente al Quirinale, dove si erano sollevati alcuni dubbi. Il governo aveva fatto sapere che ne avrebbe tenuto conto e ora il Presidente attende di vedere il testo varato dal Consiglio dei ministri e capire quanta parte dei suoi rilievi sono stati recepiti, se e come si è ovviato ai suoi dubbi. Dubbi che, peraltro, erano stati espressi anche dal M5s e dal ministro della Giustizia cinquestelle, Alfonso Bonafede.
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I principali rilievi, oltre alla verifica della reale urgenza di un provvedimento di questo tipo, riguardavano soprattutto la stretta sul diritto d'asilo, garantito all'articolo 10 terzo comma della nostra Costituzione, e la lista lunghissima dei reati che d'ora in avanti potrebbero farlo perdere, oltre ai nuovi criteri adottati per negare la cittadinanza agli stranieri o per revocarla a coloro che l'hanno già ottenuta. In attesa di vedere giungere sulla scrivania anche il decreto sul crollo del ponte di Genova, annunciato ma mai approdato, Mattarella esaminerà dunque i 44 articoli del decreto sicurezza. Solo dopo averli letti con attenzione deciderà se firmare il dl.