"Ci hanno detto che noi blocchiamo le opere, ora siamo noi a logorarli. Dovranno parlare solo di Siri in campagna elettorale e se arriveranno altri indagati e altri processi spiegare se hanno un problema strutturale...". La linea M5s, spiegata così da un 'big' pentastellato, punta ad evidenziare che la Lega - se non vuole essere comparata con gli altri partiti - deve sfilarsi dai casi di corruzione.
Nessuna intenzione per ora a generalizzare, al momento il braccio di ferro è sul sottosegretario ma la convinzione del Movimento 5 stelle è che presto saranno anche altri esponenti di primo peso a finire nel mirino. Nella Lega molti non nascondono il timore che la magistratura - come riferisce una fonte parlamentare del partito di via Bellerio - voglia accerchiare Salvini e lanciare altri affondi, dopo l'inchiesta sui 49 milioni. Mettendo sotto i riflettori gli uomini più vicini al segretario. Ma neanche Di Maio ha puntato il dito nei confronti del governatore della Lombardia Fontana che per altro non risulta indagato.
Dopo il caso Siri ci sarà un caso Fontana?
La procura sta valutando la sua posizione sull'inchiesta per corruzione in Consiglio regionale, il vicepremier M5s ha detto di voler aspettare la magistratura prima di fare osservazioni, con l'auspicio che sia anche la Lega a fare delle valutazioni. "Sono doppiamente orgoglioso se Fontana non si è fatto corrompere", ha spiegato Salvini. Tutto il partito è con Fontana, viene ritenuto intoccabile proprio grazie al suo operato trasparente.
"Lasciate in pace in magistrati", l'appello di Bonafede, mentre il ministro dello Sviluppo e del Lavoro ha chiesto ai partiti di dotarsi di propri anticorpi e di 'redimersi' per non aver votato lo 'spazza-corrotti'. "Ma se siamo sotto attacco della magistratura, M5s non può soffiare sul fuoco sperando che non ci siano conseguenze. Così si va al voto", sottolinea un membro del governo della Lega.
Lo scontro tra la linea 'garantista' e quella ritenuta dal Carroccio 'giustizialista' non si esaurirà oggi con il Cdm che dovrà esprimersi su Siri. Alla fine non ci dovrebbe essere alcun voto, ma solo "la fine del percorso" portato avanti dal premier Conte e da M5s, ha spiegato Di Maio. Uno strappo nel Consiglio dei ministri tuttavia creerà nuove fibrillazioni. "Se ne assumeranno la responsabilità", dice Salvini che parla chiaramente di 'spaccature' su diversi fronti. A partire dall'autonomia. "Ma se non c'è neanche un testo presentato in Parlamento...", allargano le braccia i pentastellati.
Agende contrastanti
Fino alle Europee nella maggioranza si andrà avanti in un clima di tensione, tanto che nel Movimento si ritiene, per esempio, che la Lega sulla proposta sul salario minimo voglia appiattirsi sulla proposta del Pd. Poi dopo il voto si tireranno le somme. "Siamo tutti nelle mani di Dio ma non vogliamo la crisi", dice Salvini. Sulla stessa lunghezza d'onda Di Maio. Ma la Lega oggi dovrebbe portare altri 'dossier': oltre a quello dell'autonomia, si parlerà di sicurezza, di droga e di taglio delle tasse.
Anche M5s potrebbe portare una propria proposta sul tavolo. Nel Movimento 5 stelle si sostiene che sarà il premier Conte a redigere una sorta di calendario per il post-Europee mentre il partito di via Bellerio vuole delle scadenze subito. Il convincimento dei pentastellati comunque è che il presidente della Repubblica non lascerà a Salvini margini di manovra. "Non parleremo di poltrone", la promessa di Di Maio.
Ma sul fronte della giustizia il braccio di ferro è destinato a durare. "La Tangentopoli non è mai finita. Non bastano le leggi, serve la politica Noi siamo descritti come dei rompiscatole ma salviamo la faccia alle istituzioni", dice il vicepremier M5s che elenca altre quattro leggi da attuare dopo lo 'spazzacorrotti': "ne serve una seria sul conflitto d'interessi, una per i rapporti istituzioni-lobby, una che mandi in galera i grandi evasori e una per ridurre i tempi di giustizia". Un'agenda che non è la stessa della Lega. "Su flat tax e autonomia andremo fino in fondo", la promessa di Salvini" e occorre - afferma "abbassare tasse anche sfondando il 3%" di deficit/Pil. Ricevo minacce da esterno, politici almeno abbassino toni".