Spiragli di dialogo, poi chiusure, nuovi tentativi di confronto e ancora una volta veti che sembrano insormontabili. Il secondo giorno di consultazioni della presidente del Senato Elisabetta Casellati ha fatto vivere un'altalena di emozioni, speranze e delusioni ai politici, agli elettori e a chi segue la crisi di questi giorni.
Matteo Salvini aveva visto una possibilità di far nascere la maggioranza tra centro-destra e M5S ma Luigi Di Maio ha nuovamente chiuso alla presenza di Silvio Berlusconi al tavolo delle trattative: una condizione definita inaccettabile da Forza Italia. Al termine nella giornata di giovedì dunque apparentemente tutto ancora in alto mare ma, guardando più a fondo delle dichiarazioni, qualche timido passo avanti è stato fatto: i grillini hanno aperto a un sostegno dei voti forzisti all'eventuale esecutivo. E soprattutto Matteo Salvini per cercare di forzare la trincea di veti e rigidità ha deciso di fare un passo avanti: se serve ci metto la faccia. Con, sullo sfondo, il sospetto che ci sia qualcuno che "tifa a far saltare l'accordo politico per varare l'ennesimo governo tecnico".
Che questo possa voler dire che il leader leghista accetterà un eventuale preincarico anche senza avere la certezza di avere tutti i voti lo vedremo nelle prossime ore. Di certo venerdì la presidente Casellati salirà al Quirinale per riferire a Sergio Mattarella l'esito dei primi due giorni di consultazioni. Potrebbe chiedere ancora qualche ora di tempo e il capo dello Stato potrebbe concederglielo ma solo a fronte di concreti passi avanti e di un nuovo limite temporale ben preciso. Quello che il capo dello Stato non vuole assolutamente Infatti è che si faccia melina e si perda tempo mentre il paese attende un governo che avvii la manovra finanziaria e rispetti gli impegni internazionali che lo attendono a cominciare dal Consiglio Europeo di fine giugno.