Biotestamento sì, ius soli no, vitalizi nemmeno. È questa la road map degli ultimi provvedimenti prima dello scioglimento delle Camere a cui sta lavorando il Pd di Matteo Renzi insieme agli alleati attuali e futuri. Il motivo per cui quasi certamente avremo la legge sul fine vita ma non quella sui figli degli immigrati è presto detta.
Innanzitutto va ricordato che i tre provvedimenti sono tutti al Senato dopo essere stati approvati dalla Camera. Ma sul biotestamento c'è il sì del Pd, di Mdp e Si ma anche del M5s: i numeri quindi sono certi. Sui vitalizi manca la maggioranza per un varo senza modifiche e in tempi rapidi. Mentre sullo ius soli mancano i voti di tutta la destra e del centro ma anche del M5s che ha chiesto che dell'argomento si occupi direttamente Bruxelles. A questi motivi legati a tempi e maggioranze diverse va aggiunto che lo ius soli non da tutti è considerato un tema che porti più voti di quanti ne faccia perdere.
L'unica strada sarebbe dunque quella di mettere la fiducia sulla legge che prevede la cittadinanza ai giovani immigrati nati in Italia, ma si rischierebbe di far sfiduciare il governo dalle Camere a pochi giorni dallo scioglimento del Parlamento. Una situazione che Sergio Mattarella ha fatto sapere di non volere dato che dopo il voto il governo potrebbe dover restare in carica per gli affari correnti per un lungo periodo nel caso non ci fosse un vincitore netto alle elezioni. Il governo Gentiloni, infatti, in quel caso resterebbe in carica anche se solo per gli affari correnti ma potrebbe rappresentare l'Italia nei vertici internazionali e persino varare il Def, cioè la previsione dei saldi e dei dati della manovra economica dell'anno successivo.
La soluzione a cui si sta lavorando in queste ore dunque prevede che il Senato approvi il biotestamento, poi provi a incardinare lo ius soli ma sapendo che non si arriverà a un voto definitivo e si andrà invece allo scioglimento delle Camere in tempi rapidi, forse già prima di Capodanno,come viene chiesto da tutti i partiti tranne Fi.