È il rito collettivo per eccellenza. L’esame che tutti ricordano, che ritorna negli incubi notturni, che spopola nei film. Quello con la colonna sonora più intramontabile e conosciuta di tutti i tempi. Anche per questo la #Maturità è ogni anno regina dei social, fra meme, trending topic, gif e commenti esilaranti, che partono il giorno dell’annuncio delle materie della seconda delle tre prove scritte e terminano solo quando le vacanze prendono il sopravvento e l’orale diventa un ricordo.
Un flusso di coscienza nazionale dentro cui anche il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha deciso di calarsi. I primissimi esperimenti già nel 2014, con il lancio dell’hashtag #quasimaturi, fino alla campagna di comunicazione dedicata, #NoPanic, lanciata nel 2017 e ripartita lo scorso gennaio.
Taglio ironico, ma senza perdere l’obiettivo della comunicazione di servizio, #NoPanic è un esperimento di contatto diretto fra l’amministrazione e il target dei più giovani, quello abitualmente più distante dalle comunicazioni istituzionali. È la ‘mutazione genetica’ della circolare, che diventa card, gif, tutorial per dare informazioni utili, consigli, accompagnare l’attesa dell’esame. Prima del 2014 c’erano i decreti ufficiali e i comunicati per la stampa. La creazione di profili social con una precisa linea editoriale ha offerto la possibilità di rivedere le policy di comunicazione ministeriale, di immaginare spazi di contatto maggiore con l’utenza, non solo in chiave di ‘relazioni con il pubblico’. Studentesse e studenti compresi.
#Epicwin o #flame? L’hashtag #NoPanic è stato accompagnato anche da qualche polemica (la risposta con il contro hashtag #dilloinitaliano, ne è un esempio), ma i dati dei contatti sui profili social del Ministero rappresentano un unicum per la PA, a partire da quel milione di utenti che ha visualizzato nel 2017 il video-annuncio della Ministra Valeria Fedeli con le materie della seconda prova. Nel 2017 hanno collaborato alla campagna del Miur, offrendo i loro consigli e la loro esperienza, il linguista Luca Serianni, l’astronauta Samantha Cristoforetti, lo chef Alessandro Borghese. Il Ministero ha aperto le porte del ‘bunker’ dove si confezionano gli esami, ha dato voce ai tecnici che si occupano del backstage della Maturità portando sulla scena informazioni e processi inediti. Ha partecipato per la prima volta al racconto del rito, senza subirlo.
Ha parlato direttamente con i protagonisti dell’esame. Ha cercato e richiamato ragazze e ragazzi con un linguaggio diretto, un’impostazione grafica fresca, lontana dal prodotto ‘ministeriale’ classico, con contenuti immediati ma non per questo meno credibili.
La campagna anti-panico è diventata rapidamente un pezzo della storia comunicativa del Ministero dell’Istruzione. Con i tweet e i post virali e le reazioni esilaranti dei follower. Perché (cit.) quando il Miur twitta #NoPanic è come “quando mia mamma mi diceva con la pantofola in mano vieni qui, non ti faccio niente”.