La visione del 2018. Sono un ragazzo di 25 anni, e mi aspetto un 2018 all’insegna della parola maturità. Passati 18 anni negli anni 2000, gli anni dell’innovazione tecnologica d’avanguardia, dell’accelerazione di processi di lavoro in modo esponenziale, gli anni di una nuova rivoluzione industriale, dell’intelligenza artificiale come una nuova frontiera della relazione umana, è passata la fase della sperimentazione, stiamo entrando nella fase del fare bene.
Il 2018 mi aspetto che sia l’anno della maturità globale, durante il quale ogni persona prende coscienza di essere fondamentale per l’intero ecosistema. Prendiamo ad esempio il mondo della Scuola: mi aspetto di vedere professori preferire al loro momento di monologo alla classe, il dibattito ed il confronto; mi aspetto di vedere un utilizzo maggiore di tecnologia, ma guidata dai ragazzi stessi; mi aspetto di vedere i genitori protagonisti a supporto della Scuola, rendendola un luogo migliore ed il centro della maturità del singolo individuo, perché a Scuola si entra da bambini e si esce da adulti; mi aspetto di vedere un maggior lavoro delle Istituzioni scolastiche nella ricerca di partner strategici pubblici e privati, nazionali ed internazionali, con l’obiettivo di offrire alla propria comunità scolastica non solo un piano formativo perfetto, ma un’esperienza scolastica di maggior valore.
Ogni anno cerco di darmi un impegno, ed il mio, per il 2018, sarà quello di essere “maturo”, coinvolgendo le persone intorno a me a vivere con coscienza e profitto la propria esistenza, senza ledere la libertà di altri.