Un’infografica più grande di quelle che vedete di solito. Con tanti nomi di aziende o startup, di diversi settori e con obiettivi differenti. Questo, infatti, è l’unico modo per mettere insieme i pezzi del vasto universo degli interessi di Jeff Bezos, conosciuto soprattutto per essere il capo di Amazon e il proprietario del Washington Post ma i cui tentacoli si allungano in molte più direzioni.
Del resto, se Bezos è riuscito a contendere il trono dell’uomo più ricco al mondo a Bill Gates un motivo ci sarà. Il fulcro del suo sistema resta, come ovvio, Amazon di cui detiene 79 milioni di azioni (chissà se questa cifra verrà intaccata dopo il divorzio annunciato dalla ormai ex moglie MacKenzie) ma attorno a questo ci sono una serie di investimenti e acquisizioni, private e no, che il miliardario di Albuquerque ha portato avanti negli ultimi anni.
Tutto quello che gira intorno ad Amazon
Intorno al perno principale girano quindi moltissime altre realtà. Da Whole Foods, acquisita per quasi 14 miliardi di dollari nel 2017, a Zappos, comprata nel 2009 per 1,2 miliardi di dollari, fino a d arrivare a PillPack, 1 miliardo nel 2018, Twich, 970 milioni nel 2014 e Kiva Systems, 780 milioni nel 2012.
Ma la lista sarebbe ancora più lunga aggiungendo Audible, Alexa, Goodreds, Woot, Accept, IMBD. Tutte aziende in forte espansione che hanno come l’interesse forte per l’innovazione e la vita quotidiana delle persone.
Le operazioni tramite Bezos Expeditions
Bezos, però, ha messo in piedi molte altre operazioni attraverso una società di Venture Capital, chiamata Bezos Expeditions. Secondo quanto scrive Visual Capitalist, l’imprenditore americano ha investito “in Twitter, Domo, Juno Therapeutics, Workday, General Fusion, Rethink Robotics, Business Insider, MakerBot e Stack Overflow”. L’interesse più recente invece riguarda una startup, GRAIL, salita agli onori della cronaca per aver raccolto oltre 900 milioni di dollari con l’obiettivo di curare il cancro.
Nash Holdings LLC invece è la società privata, sempre di proprietà di Bezos, che nel 2013 ha acquistato dalla famiglia Graham uno dei giornali più importanti e storici di tutta l'America: il Washington Post. Tutto per 250 milioni di dollari, comprese le pubblicazioni collegate.
L'angelo Bezos
Il sito CrunchBase, punto di riferimento per il mondo del Venture, racconta di altri investimenti privati fatti personalmente, come Business Angel, da Jeff Bezos. Negli anni i suoi soldi sono finiti dentro aziende come Uber, AirBnb, Everfi, Zocdoc, Convoy. E poi c'è Google. Sì, perché il capo di Amazon fu uno dei primi a credere nel progetto del motore di ricerca più usato al mondo. Una storia che meriterebbe di essere raccontata a parte e che trovate qui.
Ultima, ma non meno importante, la parte filantropica di questo mondo composito. Attraverso Day One Fund e The Dream, Jeff Bezos ha dato vita ad alcuni progetti mirati sia ad aiutare i senzatetto e le loro famiglie che a sviluppare percorsi di sviluppo scolastico ispirati al metodo Montessori.