Il ritorno alla terra, dettato dal mutamento di aspirazioni e priorità all’insegna del downshifting ovvero dalla discontinuità rispetto ad un modello economico che ormai si sta sgretolando, è un argomento quanto mai attuale e che ha molti punti di congiunzione con l’etica maker (e hacker). Focalizzando l’attenzione sul nuovo movimento imprenditoriale giovanile italiano, sull’interesse degli investitori stranieri e su alcune startup dell’agroalimentare, possiamo vedere come i casi più interessanti vedono l’unione tra la robotica, i big data e la sensoristica per elaborare soluzioni economicamente, socialmente ed ambientalmente sostenibili in area agroalimentare.
In questa ottica le città non stiano perdendo il loro primato di centri di innovazione e di luoghi in cui realizzare le proprie ambizioni. È per questo con tutto il team del progetto RuralHack abbiamo trovato giusto istallare nel centro dell’edizione europea della Maker Faire un’area dedicata all’agricoltura, proprio per continuare nella nostra missione di creare ponti, di mettere in connessione idee, tecnologie, persone e progetti di innovazione sociale in ambito rurale.
Contro i vecchi modelli di produzione e per nuovi modelli di sviluppo sociale
In realtà la sfida che ci siamo posti con la Maker Faire va oltre la semplice constatazione di nuovi modelli di sviluppo sociale e della crescente attenzione al tema della qualità della vita (che comunque e rappresentata nel’area dalla possibilità di avere spazi dove poter socializzare e stare liberamente, anche scalzi calpestando un vero prato). Vi è infatti la convinzione che, con un maggiore supporto, le idee volte a valorizzare il patrimonio agroalimentare italiano, possano dare nuovo slancio ad un’economia in profonda stagnazione valorizzando l’enorme capitale delle biodiversità del nostro Paese e le potenzialità deflagranti che ha il cibo made in Italy nel Mondo.
Le idee che saranno presentate riguarderanno innovazioni nei modelli di business e di distribuzione o soluzioni informatiche, etiche ed ecologiche per il settore agroalimentare, con un occhio di riguardo alla loro natura condivisibile e al recupero dei valori e delle identità socio-culturali di uno specifico territorio.
Nell’area dedicata alla Agricoltura della Maker Faire si strizza l’occhio quindi ad un modello distribuito non ad un modello industriale e si cercherà di capire come l’approccio maker (del do it youtself) è la normale continuazione di una tradizione italiana che ha visto da sempre insieme contadini ed artigiani nel realizzare il tessuto economico e culturale del paese.
E’ già successo nella storia: grazie all’intuizione geniale di un contadino che pensò di piegare il ferro per realizzare con il legno una connessone tra attrezzi e animale, nacque così la prima forma di “automazione” agricola attraverso l’invenzione del giogo che si univa alla forza motrice dei buoi. Questo ha sostenuto una nuova agricoltura che ha contributo allo sviluppo demografico dell’Europa.
I progetti italiani che parteciperanno alla festa dei 'maker del cibo'
Oggi il mondo si trova ad affrontare nuove sfide, di complessità aumentata, e l’unione della robotica con l’agricoltura può aiutarci a vedere in maniera meno ottusa le sfide della sostenibilità economica, sociale ed ambientale legate al cibo. Il mondo Maker ci aiuta ad andare oltre il pregiudizio insopportabile degli amanti di un passato che non si darà (e se proprio si darà non sarà solo nelle sue forme arcaiche ) che vede l’equazione : innovazione = inquinamento, perché forse proprio attraverso questo tipo di innovazioni possiamo andare oltre la chimica e, udite udite, possiamo rimettere in gioco alcune competenze spazzate via dalla modernità e che solo sparuti approcci magico-lirici ce ne hanno portato memoria senza, ahinoi, dirci quali sono i processi che determinano certi effetti.
La Maker Faire sarà una festa , un luogo di incontro tra i maggiori esponenti del mondo hacker e maker Rurale italiani e del pianeta come i fondatori di www.FarmHack.org la comunità di hacker rurali più grande del Mondo e tanti altri.
Ci saranno progetti Italiani emblematici che ci raccontano come con le tecnologie si risolvono problemi importantissimi come la fame nel Mondo o lo sfruttamento degli immigrati.
Ci saranno i progetti come Bloom Project , un primo prototipo di coltivazione idroponico semplificato progettato in collaborazione con il DAFNAE, Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse naturali e Ambiente di Padova, con lo scopo di promuovere la qualità della vita dell’uomo, migliorando il settore agroalimentare e l’uso sostenibile delle risorse naturali, mediante la produzione e la diffusione di conoscenze sulla gestione e il miglioramento di piante, animali, terreno e microrganismi per il conseguimento di alimenti di qualità e al contempo garantendo la conservazione dei sistemi ecologici, la difesa e la valorizzazione dell’ambiente.
Ci sarà anche la crew di Funky Tomato , prima startup di produzione di salsa di pomodoro che non sfrutta i braccianti migranti ma che garantisce loro salari dignitosi, che presenta il crowdfounding per realizzare una prima certificazione biologica oggettiva che va oltre il problema tutto italiano del certificato che paga il certificatore.
Grande enfasi sarà data a corsi gratuiti come il modulo “entry level” di Open Source Hardware per l’agricoltura concepito con Officine Innesto ed Arduino.
Ed un corso per hackerare una cupola geodetica per autocostruirsi una serra robotizzata a cura di Donato Gallo per capire che anche le cose che sembrano compelsse alla fine se ci mettiamo insieme possiamo anche autocostruircele.
Le difficoltà incontrate da diverse realtà agricole italiane, legate all’accesso al credito, alla mancanza di know-how e ai margini poco remunerativi offerti dall’attuale filiera agroalimentare, cozzano con la richiesta sempre più forte di eccellenze enogastronomiche locali di cui le stesse sono produttrici.
Sembra dunque giunto il momento di ripensare l’intero sistema alimentare tramite un approccio più aperto e collaborativo, dove il cibo anche grazie a piccole/grandi tecnologie non subisce intermediazioni e non deve percorrere enormi distanze prima di giungere al consumatore. Quest’ultimo non rappresenta più l’ultimo anello della catena, ma un decison maker sempre più influente nei processi produttivi e un attore consapevole che giudica l’esperienza di vendita diretta in termini di valore aggiunto per la sua identità di consumo (storia, tradizione, qualità, legame al territorio).
E per avere nuovi vantaggi competitivi dati dalle tecnolgie 4.0 che siano anche per il tessuto italiano di piccole e micorimprese agricole crediamo che il tema centrale sia quello della conoscenza. L’area RuralHack della Maker Faire, infatti, sarà un continuo di incontri per poter far permeare il lessico delle possibilità della robotica nel mondo dell’agricoltura per evitare che accada quello che è successo con la rivoluzione verde : che la conoscenza è stata qualcosa che avveniva asetticamente nei laboratori chimi e che i contadini sono stati trasformati da produttori a consumatori (di fitofarmaci o di tecniche di cultura) e che i cittadini sono stati estromessi totalmente dai percorsi di conoscenza di quello che mangiano.
Ritorniamo a restituire a chi PRODUCE il cibo la sua naturale propensione ad essere MAKER , facciamo si che la conoscenza sia un bene in abbondanza che riguardi tutta la polis, così che anche l’innovazione torni ad essere un fatto politico:
L’evoluzione non è solo una bella parola sia essa “agricoltura di precisione” o “agricoltura 4.0” ma è dato dalla conoscenza che ci può garantire la libertà. La libertà di scegliere cosa è davvero utile a chi produce, cosa è davvero utile alle nostre comunità (rurali e non), cosa è davvero utile per la nostra felicità. E non solo per quella di chi produce e vende tecnologie.
Ma per fare questo avremo bisogno di persone curiose e intelligenti e per questo a tutti i lettori di questo articolo abbiamo riservato uno codice sconto per partecipare alla Maker Faire di Roma: con il codice il costo del biglietto giornaliero (open ticket) sarà di Euro 6 anziché Euro 12, e l’abbonamento per i 3 giorni di Maker Faire Rome (3 days pass) avrà un costo di Euro 16,00 anziché di Euro 22,00.
Per usufruire della promozione, è necessario collegarsi al canale ufficiale di vendita, selezionare la tipologia di biglietto, scegliere la tariffa “Ridotto” , scegliere il numero di biglietti desiderati e inserire il codice sconto MFR17HVX6B .
Il codice promozionale non ha scadenza, né limiti nel numero massimo di acquisti/transazioni, quindi venite e portate chi volete.