Ma cosa sta succedendo nella Chiesa Cattolica? Mai si era vista una perquisizione nella Segreteria di Stato, il cuore della Santa Sede in quanto rappresenta l'equipe degli stretti collaboratori del Papa. Nè si poteva immaginare che a pochi passi da San Pietro dove il Papa stava "creando" 13 nuovi cardinali, circa 500 le persone, "cattolici, laici e consacrati" dessero vita a una manifestazione di protesta, spacciandola per un raduno di preghiera affinché "cessino gli scandali sessuali ed economici che deturpano il volto della Chiesa e che gli ecclesiastici coinvolti non siano promossi a posizione di comando", "non venga adulterato il depositum fidei, di cui, nessuno, nella Chiesa di Cristo, neppure il Pontefice, è padrone", gli uomini della Chiesa non cessino di proclamare i 'principi non negoziabili', in particolare la difesa della vita e della famiglia, e non vengano a patti con la cultura di morte e l'ideologia gender", "non si confondano più l'amore per il Creato con l'ecologismo pagano e panteista, nè la 'misericordia' di Dio con il relativismo morale e l'indifferentismo religioso", "la gerarchia ecclesiastica sia coraggiosa nel predicare il Vangelo" e "additi come esempio ai fedeli i suoi santi, non coloro che l'hanno divisa e lacerata (come il monaco Martin Lutero, nel passato) o chi combatte la Vita ogni giorno, sostenendo aborto, droga libera, eutanasia (come Emma Bonino nel presente)".
Alla vigilia dunque del Sinodo sull'Amazzonia, terra che rappresenta emblematicamente tutti i poveri e gli oppressi ma anche il problema ambientale che unisce tutti i popoli e le nazioni, arriva dunque una aperta (benchè maldestra) contestazione al Papa cui il Vangelo stesso ha affidato la custodia delle chiavi, (cioè della Tradizione con la t maiuscola che solo lui può validare). Contestazione in nome della tradizione che in realtà non si giustifica affatto se si esaminano con una logica formale i dieci punti elencati dai pochi (forse 500) manifestanti scesi in piazza (già questa è una contraddizione in termini) contro il Vescovo di Roma, perché lo stesso Francesco li condivide e applica ben più dei contestatori.
Il fatto è che la Riforma di Francesco, che non si limita ad alcuni accorpamenti nella Curia Romana, ma chiede a tutta la comunità cristiana, una seria conversione nei comportamenti e nelle scelte in tema di vita personale non solo degli ecclesiastici, di etica economica, di rispetto dell'ambiente e di scelte politiche a favore dei poveri e degli oppressi, ovvero il coraggio della denuncia ad esempio del traffico delle armi e degli iniqui embarghi economici imposti a paesi che non sono colpevoli delle false accuse rivoltegli. Ecco tutto questo sta mettendo profondamente in crisi gli uomini di chiesa il cui motto è "si è fatto sempre così".
E spinti dalle lobby (mercanti d'armi, teocon, multinazionali varie) che si sentono messe a rischio dalla Riforma di Francesco, alcuni di questi tradizionalisti che contestano la Tradizione (una minoranza organizzata e dai potenti mezzi economici) sogna di dare una "spallata" al Pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Un uomo che 6 anni fa stava per lasciare la sua amatissima diocesi di Buenos Aires e ritirarsi in una vita divisa tra preghiera e vicinanza agli ultimi in Argentina, e non aveva nessuna intenzione di mettersi in gioco in una partita così rischiosa. Ma si è sentito rivolgere, come il Poverello d'Assisi, l'invito ineludibile: "va e ripara la mia casa".
La Riforma che dà fastidio
La scelta del nome Francesco, quel gesto di inchinarsi alla folla che aveva un solo precedente, Paolo VI che si inginocchiò sul palco all'Italsider di Taranto per farsi toccare dagli operai, e poi quel programma in una frase sola: "quanto vorrei una Chiesa povera e per i poveri". Questi i primi "segnali", e da allora Papa Bergoglio va avanti su questa linea, "due passi avanti e uno indietro", spiega qualche volta, per dare conto delle difficoltà che incontra. E che in questi giorni - complici i social dove un gruppetto si auto promuove a una moltitudine (che però non c'è) - sembrano insormontabili, ma non lo sono.
Senza entrare nello specifico, a 4 giorni dall'inizio del nuovo scandalo IOR, ad esempio, si comprende almeno un poco quale sia la partita in gioco nell'inchiesta giudiziaria che il Papa stesso ha autorizzata: è lecito alla Chiesa Cattolica investire denari come una qualunque compagnia finanziaria? Acquistare immobili di lusso a Londra, associarsi con professionisti e gruppi economici che pensano al loro tornaconto (e forse lo cercano in modo non accettabile) è accettabile se si tratta dell'Obolo di San Pietro?
La risposta - grazie al Pontificato di Francesco - ci appare chiara, ma questa vicenda che poteva essere risolta con scelte profetiche del Papa finisce sulla piazza mediatica per la "gaffe" della Gendarmeria di diffondere a tutto il Vaticano e dintorni un provvedimento alquanto sconcertante riguardante 5 dipendenti vaticani, probabilmente nemmeno colpevoli. E via di questo passo: i corvi di Vatileaks 2 si materializzano di nuovo per colpire il cardinale Becciu e il suo successore quale sostituto alla Segreteria di Stato, il venezuelano Pena Parra inseguito da relazioni di 25 anni fa su presunte vicende in seminario che i fatti hanno smentito ma che i prelati suoi connazionali tirano fuori per indebolire il Papa che lo ha nominato.
E mettiamoci anche i tortellini al pollo, dei quali il neo cardinale Zuppi, prete di strada che vive con i sacerdoti anziani e poveri di Bologna invece che nel Palazzo arcivescovile, nemmeno sapeva l'esistenza e che pur avendo una buona finalità, unire nella stessa festa di San Petronio anche i bolognesi islamici e ebrei che non mangiano maiale, sono stati strumentalizzati fino a diventare un piatto avvelenato, l'ennesimo per fare male al Papa.
I nomi più inattesi scelti da Francesco
Appare una coincidenza abbastanza divertente, poi, che il surreale dibattito sul tortellino come espressione del desiderio di tutelare le culture originarie arrivi alla vigilia del Sinodo sull'Amazzonia, cioè dell'atto con il quale la Chiesa Cattolica consacrerà finalmente la dignità dei popoli nativi d'America, calpestata per mezzo millennio dalle cattolicissime, per modo di dire, èlites in tutti i paesi dell'America Latina, oligarchie ostacolate solo dai movimenti bolivariani e dalla incompresa, finora, Teologia della Liberazione che li innerva.
Così come è interessante vedere che tra i padri sinodali Papa Francesco ha voluto pure Carlo Petrini di Italy, ideologo della alimentazione sana e ecocompatibile. Scorrendo invece la lista dei 13 cardinali oltre a Zuppi, uomo di pace cui si deve anche l'accordo tra Renamo e Frelimo in Mozambico, troviamo un anziano gesuita cosmopolita Michael Czerny , oggi semplice sottosegretario del dicastero per lo sviluppo umano integrale con la responsabilità dell'ufficio per la pastorale dei migranti, che che ha scelto di portare sul petto una croce di legno fatta con i residui di una barca affondata a Lampedusa, e poi, tra altri nomi del tutto inattesi, il più inatteso è quello dell'inglese Michael Louis Fitzgerald, già capo del dicastero per il dialogo interreligioso che Benedetto XVI licenziò in tronco e spedì in Egitto perchè troppo rispettoso dell'Islam.