Se ho deciso di scrivere questo post è perché so che verrà letto. Se ho deciso per quel titolo è perché so che quel titolo incuriosisce, e forse farà arrabbiare qualcuno. Ma, credetemi, non si tratta di una frase per cercare di ingraziarsi chi legge, vedeteci piuttosto un primo tentativo di rispondere ad una domanda che ho letto in tutti, dico tutti gli articoli su Young Signorino, compreso questo che abbiamo pubblicato su Agi qualche giorno fa: perché ha tanto successo? Come fa un diciannovenne di Cesena, già padre, già in coma, già figlio di Satana, senza alcun merito artistico né pretesa di averne ad essere diventato in pochi mesi un fenomeno di si parla tantissimo?
Io credo di essermi dato una risposta. E l'arte, la musica o le parole non c'entrano nulla ma, piaccia o meno, riguarda la storia recente della comunicazione online, fatta da un lato da una quantità infinita di materiale possibile da fruire, dall’altro dalla necessità di emergere in qualche modo come produttori in questo mare di informazioni e dalla necessità di trovare una strategia per farlo. Come per un post o un titolo.
Young Signorino ha uno stile e una storia personale che funziona benissimo in rete. E oggi funzionare in rete è un primo passo per funzionare nell'industria dello spettacolo. Ha giocato benissimo con la comunicazione dei social per diventare popolare. Oggi si passa più tempo a parlare di lui che ad ascoltare quello che produce.
Partiamo dalla sua storia. Un paio d’anni fa è stato in coma per abuso di psicofarmaci e ripete sempre che da quel coma si è svegliato con una personalità mutata. Dice di aver capito il senso della (sua) vita, di aver scoperto che suo padre è Satana in persona e di essere una sorta di nuovo di Marilyn Manson, e da lì ha cominciato a scrivere delle canzoni oggettivamente terribili con testi senza uno straccio di senso.
Un trapper che in realtà prima del coma era un buon rapper
Eppure anche prima scriveva canzoni rap. In realtà Paolo Caputo (si chiama così) pare fosse un rapper piuttosto noto tra i giovani di Cesena. Si faceva chiamare El Kapu. Magari non era Kendrik Lamar, ma aveva uno stile e una capacità di metrica che per uno di 15 anni non era per niente male - chiunque capisca un attimo di rap concorderà su questo punto. Poi arriva il coma dopo una serata a calarsi psicofarmaci - pare li prendesse già per motivi suoi fin da bambino. E dal coma esce il nuovo Paolo Caputo, niente più testi curati e metriche studiate, ma Young Signorino. Via i felponi e i jeans larghi, largo ai mocassini e ai kilt scozzesi.
Questa storia del nuovo personaggio se la vende appena diventa un tormentone su Youtube in un’intervista a Rolling Stone che per primo si è accorto di lui. Ora, diventare popolare in rete oggi tanto da destare l’attenzione dei media non è mica facile. Devi colpire, essere completamente diverso dagli altri (conosco diversi di adolescenti che come primo sogno hanno diventare popolari su Youtube, gamer, consigli per i trucchi, rapper e trapper - Youtube è più popolare di Facebook tra i ragazzini, meglio pure di Snapchat) e in giro c’è una valanga di concorrenza.
Per colpire devi inventarti qualcosa. E Paolo da Cesena si è inventato Young Signorino. Un trapper che fa incazzare per quello che canta (droga soprattutto) per come si veste, per come si atteggia, per quello che dice, per come lo dice, e per fare sfacciatamente e consapevolmente musica senz’arte né spessore. La danza dell’ambulanza è già partita e dentro ci siamo tutti.
Un esempio perfetto di fenomeno online
Perché ammettiamolo, un giretto sul quell’ambulanza ci piace farlo, magari solo per sentirci un attimo migliori. Tutti abbiamo bisogno di nuovi personaggi, fenomeni, e più sono assurdi e disturbanti sono meglio è. Altrimenti è un già visto. Non è mica una storia nuova, la comunicazione online ha solo aumentato la velocità e la voracità di queste storie, ma c’è sempre stato un qualche Divino Otelma di cui bullarsi un secondo. Un esempio? Oggi già non sappiamo più chi è e che fa Bello Figo: che racimola poche decine di migliaia di visite rispetto ai 20 milioni di Non pago affitto, hit del 2017 che lo portò pure in televisione a prendere in giro politici scandalizzati. I fenomeni della rete piacciono un sacco a chi spulcia su Youtube. A me pure piacciono i fenomeni. Io mi sono divertito molto ad ascoltare robaccia inascoltabile come Vendetta vera di Truce Baldazzi o Manuto di Mc Fierli. Personaggi che se non fosse per Youtube e l'online non sarebbero mai diventati così popolari e viste milioni di volte.
Signorino però ha fatto un passetto in più rispetto a questi fenomeni di Youtube. Ci ha messo un’immagine studiata alla perfezione per colpire al limite del disturbare, musica dove non c'è musica, disturbando ancora di più, e un’ottima storia: la droga, gli psicofarmaci, il coma, il figlio a 17 anni, il demonio, i tatuaggi sul volto dove al posto di simbologie mistiche vediamo cerotti e sigarette. E poi via alle interviste, le ospitate in tv con l’atteggiamento sfatto e strafottente. È perfetto. Va detto: funziona benissimo e fa discutere sui social anche fuori dall'Italia (quanti ci sono riusciti?). Magari la sua storia è vera, il suo cambio di personalità è vero. Ma non serve neppure che sia vero. Signorino incuriosisce, funziona, fa parlare di sé, assolve ad uno dei principali obiettivi dell’industria dello spettacolo: distrarre senza pensiero. Nessuno ascolta Signorino per la musica, per andare a correre, o per perdersi nelle parole delle sue canzoni, ma per ascoltare e ripetere divertiti e distratti Mmm ah ah ah ah ah ah.
Rido (“fumo fumo, rido rido”) ogni volta che leggo articoli scandalizzati del fatto che si consideri artista Young Signorino. Ma come si fa a chiamarlo artista?, grida uno, Ma dove andremo a finire?, s’allarma l’altro, Che esempio dà questo qui ai giovani?, si corruccia il terzo. A me sembra uno scandalo vecchio come è vecchia la storia dell’espressività, che sia arte, provocazione o parodia, e oggi e con una base campionata, un testo trap e una buona fotografia (i video sono fatti tutti molto bene) si può diventare popolarissimi. Anche con parodie, del rap, dell’arte, dello scandalo dell’arte e pure un po’ di sé stessi. È per questo che un po’ Signorino colpisce a tutti, anche chi lo odia.
E tutti vogliamo leggere una riga in più su Signorino. Click.