Da questa mattina Papa Francesco ha disposto che la sua Messa "senza popolo" da Santa Marta venga resa disponibile in streaming per chiunque lo desideri. È un cambiamento importante perché, fino ad oggi, Bergoglio non aveva voluto che l'intera liturgia fosse accessibile a tutti. Voleva che nella sua Messa si conservasse un carattere più intimo e familiare.
All'inizio, quando il Vescovo di Roma decise che non avrebbe celebrato la Messa quotidiana come gli altri pontefici nella sua cappella privata ma nella chiesetta di Casa Santa Marta con un gruppetto di fedeli che, per ovvi motivi non potevano essere in numero eccessivo, ci chiedevamo perché non fosse possibile trovare le omelie del Papa a Santa Marta in forma integrale. Per comprendere la risposta, bisogna conoscere l'iter normale di una predica "ufficiale" del sommo pontefice.
Tutte le omelie, allocuzioni, Angelus, ecc. che vengono pubblicati sul sito della Santa Sede (vatican.va) devono essere approvate dalla Segreteria di Stato. Il che equivale a dire che, almeno in linea di principio, vengono approvate dallo stesso Papa. Con un racconto cronologico, le cose avvengono più o meno così: il Papa prepara il testo di un’omelia, la manda a Segreteria di Stato che dà suggerimenti su possibili integrazioni e variazioni e, dopo un va e vieni con il Pontefice, la invia – con embargo – agli organi di stampa; poi, quando il Papa pronuncia l’omelia, l’omelia viene pubblicata.
Se, pronunciando l'omelia il Papa cambia qualcosa (aggiunge, toglie) il testo viene di nuovo inviato alla Segreteria di Stato come ho detto all’inizio, che fa ripartire la procedura. Ora, le omelie di Santa Marta non seguono nessuna di queste procedure, sono qualcosa di privato, tanto che vengono chiamate con un modo loro ("Meditazioni quotidiane”) e il loro testo completo fino al Coronavirus non era mai stato disponibile per intero. Il motivo? Perché sono delle semplici – e bellissime – meditazioni sulle letture della Messa che il Vescovo di Roma fa all’impronta.
Il testo viene registrato, trascritto e, verso mezzogiorno, Radio Vaticana lo rende noto sotto forma di notizia, cioè il giornalista inframmezza qualche suo commento al testo dell’omelia che non è integrale: cioè le parole sono del Papa, ma non sono tutte le parole del Papa.
Da oggi quindi il Coronovavirus ci regala un cambiamento "papale": le omelie di santa Marta saranno disponibili per intero, in video, come non era mai accaduto in questo pontificato.
Il Coronavirus ha grande capacità di adattamento e sfrutta la globalizzazione per infestare di sé il mondo, per questo sta spingendo anche noi sacerdoti a cambiare, ad adattarci, e lo facciamo anche utilizzando il web, ovvero il principale agente della globalizzazione.
L'esempio della Messa a santa Marta del vescovo di Roma, in diretta in streaming e dopo pochi minuti disponibile su YouTube, è solo uno dei tanti casi. Sono moltissimi i sacerdoti e i religiosi che usano i social per arrivare in qualche modo al Popolo di Dio. WhatsApp, Zoom, Google Meet, le dirette Facebook e Instagram sono gli strumenti più utilizzati da tante parrocchie e realtà ecclesiali per rimanere in contatto audio e visivo con tutti coloro con i quali i contatti devono essere evitati per colpa del Coronavirus.
Di una cosa si può essere certi. Il Coronavirus ci farà cambiare la pastorale, non solo il modo di fare la pastorale. Se il cambiamento sarà in meglio o in peggio dipenderà da noi. In meglio sarà se ne usciremo più desiderosi di comunione con il Corpo di Cristo, che sono l'Eucarestia e la Chiesa; in peggio se penseremo che, in fin dei conti, una Messa in streaming in poltrona, sia meglio della Messa vera in Chiesa.