Aggiornato alle ore 16,20 del 23 aprile 2019.*
Mentre appare ormai certo che gli attentati avvenuti il giorno di Pasqua nelle chiese cattoliche e negli alberghi dello Sri Lanka siano da attribuire a un recente e fino a ieri semisconosciuto gruppo terroristico locale, balzano agli occhi due tweet quanto meno bizzarri di Barack Obama ed Hillary Clinton in cui l'ex Presidente degli USA e il suo ex Segretario di Stato chiamerebbero le vittime degli attentati non "cristiani" ma "adoratori della Pasqua".
Il merito di queste osservazioni va Mohamad Tawhid, un Imam australiano che ha studiato nelle scuole sciite prima dell'Iran e poi dell'Iraq, e che ha da sempre preso posizioni molto nette a favore della pace dedicando le sue migliori energie a dare forza a un Islam ragionevole e riformista.
Tawhid, autorità assoluta nel proprio campo, è conosciuto dai ministeri degli interni di molte nazioni mondiali perché, come in questo caso, aiuta le intelligence internazionali a districarsi nelle miriadi di sigle che ogni giorno nascono e muoiono nel mondo musulmano.
Non bisogna dimenticare, infatti, che un fatto per noi assolutamente relegato nel passato quale quello delle crociate è invece assolutamente sufficiente, per chi è vicino alle posizioni dell'Isis, per mettere bombe nelle chiese cattoliche, come è avvenuto non più di 24 ore fa nello Sri Lanka causando centinaia di morti e feriti.
L'Isis, infatti, o anche il National Thowheeth Jama'ath che sarebbe il responsabile attuale degli attentati nello Sri Lanka, vogliono restaurare lo Stato Islamico ovvero il Califfato, e per questo denominano se stessi "soldati del Califfato" e odiano i cristiani che definiscono "crociati": così chiamavano, per esempio, non più di un paio d'anni fa gli adolescenti vittime delle loro bombe al concerto di Ariana Grande a Manchester.
In questo clima colpisce che Barack Obama e Hillary Clinton definiscano le vittime che erano a Messa ieri "adoratori della Pasqua" invece che "cristiani" mentre invece chiamano "musulmani" l'insieme degli islamici feriti dalla crescita dei musulmani fondamentalisti.
On this holy weekend for many faiths, we must stand united against hatred and violence. I'm praying for everyone affected by today's horrific attacks on Easter worshippers and travelers in Sri Lanka.
— Hillary Clinton (@HillaryClinton) April 21, 2019
È lo stesso Imam Mohamad Tawhid a farlo notare in due suoi tweet; in essi mette a confronto l'imbarazzante disparità di trattamento con cui prima Obama e poi la Clinton si dicono rattristati con quella parte della communità musulmana che è contro la violenza mentre, semplicemente, condannano gli attacchi contro gli "adoratori della Pasqua" perché tale atto è contro l'umanità.
In realtà, addirittura, la traduzione "adoratori della Pasqua" che ha preso piede in Italia per citare i tweet dei due famosi politici americani, non è del tutto corretta e rende poco la formulazione volutamente asettica che Obama e la Clinton hanno scelto per non nominare i cristiani.
Gli "Easter worshippers" con i quali i due potenti americani solidarizzano infatti, sono semplicemente quelli che "rendono culto nel giorno di Pasqua"; cioè, detto semplicemente, sono quelli che si trovavano dentro l'edificio di culto il giorno di Pasqua, e cioè quelli che vanno a Messa il giorno di Pasqua.
I due tweet sono quindi addirittura peggio di come sembrano. Essi sono qualcosa come: ci rammarichiamo con i musulmani "buoni" perché i musulmani "cattivi" hanno ucciso quelli che erano in Chiesa il giorno di Pasqua.
The attacks on tourists and Easter worshippers in Sri Lanka are an attack on humanity. On a day devoted to love, redemption, and renewal, we pray for the victims and stand with the people of Sri Lanka.
— Barack Obama (@BarackObama) April 21, 2019
Tawhid, insomma, da attento studioso del rispetto religioso in tutte le sue dimensioni, vuole farci riflettere su qualcosa di molto importante. Mentre alcuni musulmani fanno strage di cristiani perché li ritengono in una tale continuità con la loro storia da reputarli colpevoli delle crociate, chi governa il mondo ora, mentre chiama gli adoratori di Allah “musulmani", descrivere i cristiani solo come frequentatori di templi senza ritenere neppure meritevole delle loro scelte dare nome alla loro Fede e ciò perfino quando dare il culto della propria Fede li ha portati ad essere vittime di una strage.
Perché fa così? Evidentemente perché teme che i musulmani da cui spera di raccogliere i voti si infastidiscano anche solo a sentire che venga fatto il nome di “cristiano” e per ciò preferisce usare un giro di parole. Dimenticandosi che la pace nel mondo può essere costruita solo se il rispetto è vissuto su tutti i fronti, anche verso i cristiani che vengono trucidati per la loro Fede manifestata il giorno di Pasqua.
Post scriptum (pubblicato alle ore 20 del 22 aprile 2019).
A seguito dei numerosi commenti critici che sto registrando sul pezzo (oltre ad altrettanti di apprezzamento) desidero precisare che il punto dell'articolo non è quale sia la traduzione di "Easter worshippers" - io stesso ne ho indicate diverse: oltretutto le celebrazioni pasquali non sono esclusive dei cattolici ma hanno origine ebraica. Invece gli unici a celebrare la Pasqua ieri erano i cattolici (gli ortodossi la celebrano settimana prossima). Il punto sono sono i due pesi e le due misure con i quali si evita di parlare di "cristiani" o di "comunità cristiana" mentre si parla tranquillamente di comunità islamica: perché per i cristiani bisogna usare una perifrasi? Dal confronto di quei due tweet pare di poter desumere che Obama e Clinton vogliano evitare ad ogni costo la menzione del nome di Cristo o dei suoi derivati.
Post scriptum 2*
L'interesse di tantissimi e le critiche a proposito dei due tweet con cui Barack Obama e Hillary Clinton hanno manifestato il loro cordoglio per le vittime dello Sri Lanka, ha coinvolto anche il mio blog AGI sull'argomento. Wired, per esempio, mette in fila, come fossero equivalenti, l'articolo di Giulio Menotti su Il Foglio e "un articolo comparso su AGI", che in realtà è il mio blog, raccontando poi che la questione è arrivata anche ad avere un servizio del TG2. Fatti come questi, viste poi le numerosissime interazioni, mi spingono a un paio di riflessioni.
Prima che del contenuto, vorrei parlare del contenitore. Il mio pezzo su AGI non è un articolo di AGI ma è un mio blog su AGI, e sarebbe corretto riferirlo in questi termini. Sono ormai molti i quotidiani che rendono disponibile una sezione del loro sito a uno spazio denominato "blog": lo fanno perché i pezzi che appaiono sotto quella denominazione non rappresentano la linea del giornale ma sono commenti e approfondimenti lasciati del tutto alla responsabilità di chi scrive.
Il senso dello spazio denominato "blog" è quello di poter rendere disponibili commenti che, proprio perché particolarmente liberi, possono godere di punti di vista diversi dalla linea del quotidiano, magari anche sorprendenti, ma che, nell'insieme, arricchiscono la testata. Nel caso concreto quindi, Davide Piacenza, il giornalista di Wired che mi ha implicitamente citato, avrebbe fatto meglio a parlare di "un blog" di AGI e non di "un articolo" su AGI.
Venendo al contenuto del mio blog, come ho precisato nel Post Scriptum del 22 sera, esso è conseguenza della linea editoriale che da tanti anni sto mantenendo e che si sintetizza nella parola "rispetto".
Certo che esiste anche una pasqua ortodossa e una protestante, e l'espressione 'easter worshippers' racchiude tutti i fedeli, questa è la giusta interpretazione che va fatta e che fanno gli americani (che non si sono scandalizzati per nulla). Può darsi e mi scuso se qualcuno si è sentito offeso. Ma il tema, al netto della disputa idiomatica, il tema delle equiparazione tra le due comunità religiose esiste ed è molto diffuso. È stato un Imam a chiedere, con una delicatezza squisita, perché due "top dem" preferiscono usare una perifrasi invece che il nome di "cristiani": e mi pareva che questa sensibilità andasse segnalata così da ottenere, magari in futuro, una risposta che non sia: "tanto si capisce lo stesso" oppure "studia meglio l'inglese" Questa è la mia, personale visione, per la quale chiedo qui attenzione e rispetto.