Il secondo martedì di ottobre per tradizione si festeggia l'Ada Lovelace day. Nel mondo si rende omaggio ad Ada Lovelace, detta “l'incantatrice di numeri” e considerata la madre dell'informatica moderna. Nel mio libro “Sei donne che hanno cambiato il mondo” (Bollati Boringhieri editore) traccio il suo percorso come riferimento indiscusso in campo scientifico, in un tempo in cui non era certo semplice realizzare i propri sogni come donna di scienza.
Le sue parole che mi rimangono in mente più di altre sono: “Per quanto io possa comprendere bene, ciò che capisco può essere soltanto una frazione infinitesimale di tutto ciò che voglio comprendere”.
Chi era Ada Lovelace
Ada Lovelace nasce con il cognome Byron nel 1815 in una famiglia con una madre violenta, e un padre - quel Lord Byron, poeta molto conosciuto in tutto il mondo - che quando lei ha appena un anno va via di casa. Vive nel centro di Londra, e la madre non fa altro che ricordarle che “Tuo papà è scappato proprio perché sei nata tu”. Passano gli anni e Ada cresce, ma il senso di colpa non la abbandona. Le domande nella sua testa si moltiplicano, ma non le rivolge più alla mamma. Da sola, si sforza di capire come funziona il mondo, come sono i rapporti tra le persone, e perché alcune famiglie sono unite e felici e altre invece no. Diventa una brava osservatrice, Ada. Molto curiosa e in grado di capire velocemente i fatti e le situazioni che si trova davanti. I libri sono i suoi compagni preferiti. È lì che cerca le risposte, soprattutto in quelli di scienza.
Il rapporto con la madre va di giorno in giorno deteriorandosi, anche per via delle continue bugie che la donna le racconta e per le botte. Un giorno schiaffeggia Ada per una sciocchezza, un'altra volta le dà uno strattone al braccio così forte che i lividi le restano per una settimana.
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Ada cresce, la casa è piena di libri di matematica, cerca nei numeri quell'equilibrio, quella tranquillità e quella stabilità emotiva che le mancano. A otto anni completa uno studio sulle abitudini della sua gatta, a dieci progetta un sistema che dovrebbe permettere al cane di volare, a undici si mette ad osservare il moto di Giove in cielo, esattamente come ha fatto Galileo. Ma i problemi più grandi da risolvere non sono quelli legati ai numeri, purtroppo.
Ada riesce a portare a termine gli studi scientifici grazie alle lezioni private che prende nelle case di due professori, da cui spesso si ferma oltre l'orario previsto.
E' circondata da relazioni familiari complicate e situazioni più grandi di lei, ma questo contribuisce a renderla una donna forte e detreminata a cambiare la propria vita. Per prima cosa, decide che è arrivato il momento di sposarsi, e lo fa con un uomo che la corteggia appassionatamente, un certo William King Noel, conte di Lovelace. Ne prende il nome ed ecco 'nascere' Ada Lovelace.
Il lavoro con Babbage
Successivamente avviene l'incontro con un matematico di nome Charles Babbage, che la convince a seguirlo nei suoi studi e nelle sue ricerche. Charles è l'inventore della macchina differenziale, Ada è molto incuriosita da lui e da quell'elaboratore che crea calcoli e algoritmi. Avere a che fare con i numeri, con gli insiemi, con le frasi consequenziali è la cosa che le riesce meglio e Ada vuole continuare a farlo per il resto della sua vita. Charles è molto fiero del suo lavoro, tanto da darle un soprannome: “l'incantatrice di numeri”. Charles Babbage, che oggi viene considerato il padre dei computer moderni, grazie all'aiuto di Ada Lovelace riesce a sviluppare nuove forme di programmazione utili tutt'ora.
Ada è diventata una delle donne più famose d'Inghilterra, e anche in tutta Europa la stimano per il suo indiscusso talento nel campo della matematica. Da parte sua, però, non si definisce solo “matematica”: usa parole come “analista e metafisica”. Man mano che il lavoro con Charles va avanti, ottiene risultati sempre più incredibili, ed è proprio lei che si accorge di avere di fronte un nuovo oggetto che presto cambierà le sorti del mondo.
La madre dei computer moderni
In un articolo descrive il comportamento che può avere questo oggetto, che sta costruendo insieme al suo maestro: ne parla come “una macchina capace di essere uno strumento programmabile, con una intelligenza simile a quella dell'uomo”. In un diario scrive anche di non ritenere plausibile che la macchina in questione “possa divenire con il tempo una macchina pensante, però ci arriverà vicino”.
Si preoccupa anche di raccontare nel dettaglio quali sono i lavori che la macchina potrebbe svolgere in un futuro, e in quali compiti potrebbe presto sostituire l'uomo. Ada fa delle riflessioni molto lungimiranti, che neanche Charles riesce a eguagliare e per questo ancora oggi viene ricordata come la madre dei computer moderni.
Il primo software
A un certo punto Ada si ammala, ma anche sdraiata in un letto cerca di lavorare: Charles Babbage le ha proposto un nuovo progetto, la traduzione in inglese delle opere del matematico italiano Luigi Menabrea, che affrontano proprio della macchina di Babbage. Ada fa molto più che tradurle, aggiunge diverse note e appunti, mostrando la sua capacità di prevedere molte delle future applicazioni dei computer moderni. Alla fine del libro inserisce un nuovo algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli (cioè serie di numeri calcolate da un matematico svizzero, che sembrano molto complicate ma in realtà servono a risolvere problemi ancora più complicati). L’algoritmo di Ada viene oggi riconosciuto come il primo programma informatico della storia. Da quella sua traduzione Alan Turing, il celebre matematico inglese alla cui vita è ispirato anche film premio Oscar 'The imitation game', prenderà l’ispirazione necessaria per costruire il primo computer.
Oggi Ada Lovelace è un esempio per tante donne che dedicano la loro vita alla scienza e alla ricerca, ma il suo contributo è stato a lungo ignorato e sottovalutato. Solo nel 1979 il Ministero della Difesa statunitense onorerà la sua memoria e il suo lavoro chiamando “Ada” un linguaggio di programmazione, che si studia ancora oggi all'università. Buon Ada Lovelace day a tutti!