Oggi si celebra la giornata dell'inventore. In tutto il mondo. Da oggi, quello che prima non c'era, ora esiste. C'è. Il che lo rende un giorno importante, il più importante di tutti. A segnare il confine, c'è una donna, quella che ha vissuto un cambiamento forte, decisivo, per la sua vita e per gli altri. Hedy Lamarr. Hedy ha sperimentato sulla sua esistenza cosa vuol dire cambiare, fallire quindi, e rinascere. Per questo, io credo, dall'Austria è iniziata la celebrazione di questo giorno importante. 9 novembre, io giorno della sua nascita, e la giornata mondiale dell'inventore.
Sarebbe riduttivo dirvi come io mi sia avvicinata a Hedy Lamarr, quindi non ve lo dico. In questa storia ad essere importante è il fallimento. Lo sprofondare di un sogno, che poi si trasforma in tragedia, e quindi – per sopravvivenza – si trasforma in altro. Tutti noi l'abbiamo vissuto, chi in un campo chi in un altro. Tutti noi abbiamo vissuto un cambiamento, e di questo – oggi – dobbiamo esserne fieri. Perché cambiare vuol dire rinascer, vuol dire abbandonare qualcosa in cui si è creduto, ma poi non ha portato più a niente. E va bene così. La giornata dell'inventore vuol dire anche questo.
Hedy Lamarr (AFP)
Io, questo comunissimo cambiamento, lo racconto attraverso la vita di Hedy Lamarr in un monologo teatrale, il secondo che ho creato, si chiama “Due donne ai Raggi X” (il primo è “Monologo Quantistico”, mentre l'ultimo è “Einstein & me”, e con tutti e tre giro nei teatri di tutta Italia, sul mio sito ogni prossima data, ma non è di me che voglio parlarvi oggi), tratto dal mio libro “Sei donne che hanno cambiato il mondo” (Bollati Boringhieri editore). Una metafora perfetta, per raccontare tutti noi. Noi quando cambiamo, quando decidiamo altro, quando invertiamo la rotta, quando lasciamo qualcosa di sicuro per affrontare l'ignoto, bello e lontano. Esattamente come Hedy ha fatto. E la sua vita ne è un esempio.
Noi viviamo in una società dove vale la regola 'chi sbaglia paga', dove se commetti errori sei l'errore, dove non puoi fallire. Questo ci dicono le novità cool da seguire sui social network, questo ci dicono i giornali. Ma, noi lo sappiamo, non è così. E non deve più essere un tabù. Gli americano già lo sanno. E infatti celebrano Hedy Lamarr come eroina moderna. In un tempo come il nostro dove mancano i valori, dove mancano le basi solide su cui poggiare, dove gli stereotipi stanno di nuovo spopolando, e dove non c'è alcun sostegno in figure chiave scese dall'alto.
Per questo, oggi come non mai, per me è bello ricordare Hedy. La donna più bella del mondo (fino all'arrivo di Marilyn Monroe) e poi indiscussa inventrice del nostro wifi, scienziata a tutti gli effetti. Auguri Hedy!
Hedy Lamarr (AFP)
Hedy Lamarr nasce come Hedwing Kiesler nel 1914 a Vienna, in una famiglia dell'alta borghesia austriaca. Appena Hedwing si accorse di essere una bambina molto bella, che tutti adoravano e omaggiavano, iniziò ad aggiungere sfumature maliziose e intriganti ai suoi modi di fare. Imitava Josephine Baker, Marlene Dietrich e Greta Garbo. Si cambiava d'abito cinque volte al giorno, e in città la sua vanità diventò notoria. Una sola persona non assecondò mai i suoi capricci, era suo nonno, che possedeva una libreria ricca anche di importanti testi scientifici che le leggeva per farla addormentare insieme alle biografie dei grandi della storia. E infatti Hedy poi si iscrisse al Politecnico di Vienna.
Hedwing Kiessler a 14 anni si innamorò di un attore bellissimo, Wolf Albach Retty, il futuro padre di Romy Schneider, l'attrice che le rubò il ruolo nella principessa Sissi al cinema, pensa il destino. Hedy ottiene una parte come protagonista al cinema nel film Estasi, il primo nudo integrale della storia del cinema. Divenne famosa.
Nel 1936 i produttori cinematografici austriaci vietano nel cinema le scritture per gli ebrei, per questo Hedy Lamarr si imbarcò sul Normandie. Il Normandie era un transatlantico di proprietà Metro Goldwing Meyer, che nel settembre del '37 riportò il signor Louis Mayer, anche lui ebreo, in America insieme agli artisti che aveva reclutato durante la sua permanenza in Europa. Durante il viaggio, Hedy con la sua abbagliante bellezza stregò il produttore, che decise di puntare su di lei. E fu proprio il signor Metro Goldwing Mayer a cambiarle il nome, non era opportuno avere un cognome tedesco a Hollywood. Scelse quindi uno pseudonimo, che evocava la diva del muto Barbara La Marr. Creò un intenso battage pubblicitario, e di fianco al suo nuovo nome, e alla sua foto, l'appellativo definitivo: “la donna più bella del mondo”. Fu così che Hedy Lamarr divenne davvero per il pubblico cinematografico la più bella del mondo, fino all'arrivo di Marilyn Monroe. Mayer voleva fare di lei la nuova Greta Garbo. E ci riuscì. Tutte le donne volevano essere come lei. Era diventata l'ideale che portavano dal chirurgo plastico per ottenere un viso come il suo.
Hedy Lamarr (AFP)
Abbandonò gli studi di ingegneria per il cinema, ma quegli studi le avevano dato un modo preciso di ragionare. Ripensando al primo marito (si sposò sei volte!), un armatore amico di Mussolini, che invitava a casa mercanti d'armi con i quali parlava di ordigni bellici, il giorno che conobbe George Antheil ebbe un'intuizione. George Antheil era un compositore d'avanguardia del quale Hedy aveva ammirato la colonna sonora del film surrealista Ballet Mécanique. Uno dei brani richiedeva una pianola, due pianoforti, tre xilofoni, campanelli elettrici, flauti, un tamburo, quattro timpani di rame e un'armonica. La sua idea era quella di interferire sui segnali radio che comandavano un siluro, tramite la comunicazione a distanza.
E voleva realizzare questo sistema usando l'apparato multistrumentale di Antheil. George Antheil si sorprese quando per la prima volta entrò in casa della grande diva di Hollywood che aveva interi scaffali della libreria ricolmi di testi scientifici. La loro intesa fu immediata, e subito misero nero su bianco lo schema della loro invenzione che decisero di chiamare SCS, secret comunication system. L'11 agosto del 1942, venne concesso loro il brevetto dall'Inventor Council con il n. 2.292.387.
Hedy Lamarr e Clark Gable (AFP)
Alla fine degli anni Cinquanta, prima della scadenza del brevetto, il sistema SCS fu utilizzato addirittura dal Pentagono, e nel 1962 fu installato sulle navi americane utilizzate per effettuare il blocco a Cuba. Nel 1985 al sistema fu tolta la qualifica di segreto militare, come era stato deciso all'inizio, e da questo scaturì la fortuna della nascente industria della telefonia mobile, che doveva decidere quale sistema usare per la comunicazione a distanza. Utilizzarono proprio l'SCS inventato da Lamarr-Antheil che diventò la base di tutta la moderna tecnologia telefonica, e si rivelerà fondamentale per i telefoni Global System for Mobile, detti GSM, perché permette agli utenti di conservare la privacy. E quindi l'invenzione di Hedy Lamarr è alla base dell'utilizzo del nostro wireless.
Hedy Lamarr nel suo modo di vivere ebbe un cambiamento radicale nell'ultima parte della sua vita. Dal 1985, a 71 anni, inizia la sua rinascita. Dopo che al suo brevetto fu tolta la qualifica di segreto militare, e iniziarono a stimarla come scienziata, provò una forte repulsione verso il mondo del cinema. Iniziò una ricerca affannosa di se stessa, si diede alla pittura, e scelse di seguire un percorso da uno psicanalista. Negli anni Novanta tra gli scienziati esplose l'Hedy Lamarr-mania. Ricevette premi prestigiosi. Ma tutta questa attenzione ormai le era del tutto indifferente, non le interessava più apparire, le sue priorità erano diventate altre: solidarietà, beneficenza, e appoggio agli istituti di ricerca.
In occasione del suo ottantacinquesimo compleanno, in Austria, fu organizzata una sontuosa mostra itinerante chiamata “Hommage à Hedy Lamarr”. In omaggio al giorno del suo compleanno, il 9 novembre, ancora oggi viene celebrato ovunque nel mondo la Giornata dell'Inventore. Anche google ce lo ricorda ogni anno, con un doodle dedicato, cambiando il suo logo per l'occasione. Per questo Hedy Lamarr rappresenta questa giornata importante. Perché è lei il cambiamento, è il declino e poi la rinascita. È quello che siamo anche noi.