Negli ultimi giorni si è diffusa in maniera virale tramite WhatsApp e Facebook una notizia allarmante circa la volontà da parte di Enel di far pagare 35€ in più a tutti i suoi clienti, in modo da recuperare i soldi dovuti dai morosi.
Questa grafica è presa da Facebook, ma le prime tracce online della catena sono riscontrabili su WhatsApp, che del resto è stata acquisita da Facebook nel 2014. Le due app su smartphone restano distinte, ma di fatto comunicano tra di esse. Il frame su Facebook è semplificato, ma comprensibile.
Come evitare che Facebook usi i nostri dati Whatsapp
La fake news è stata prontamente smontata da Butac, che ne riporta il testo per intero: “FATE GIRARE! – Nella bolletta luce dal prossimo aprile, ci saranno VERAMENTE dalle 30 alle 35€ in più (fonte ALTROCONSUMO Associazione Consumatori) per coprire i milioni di euro accumulati da morosi (gente che non paga) NON DOBBIAMO PAGARE IN ATTESA DI DECISIONI DEL T.A.R …Io non le pago (ho già tolto la domiciliazione bancaria e pagherò la somma CHE MI SPETTA con un bollettino postale scritto a mano con l’importo decurtato della cifra che non mi spetta come da contratto) MA FUNZIONERÀ SOLO SE LO FAREMO IN TANTI. mi sembra il caso di collaborare con chi sta organizzando questa civile e giusta protesta… Che ne dici?”
L'associazione Altroconsumo ha smentito subito, come testimoniano questo comunicato e le seguenti parole: “nelle ultime ore sta circolando un messaggio su WhatsApp che cita Altroconsumo come fonte e invita i consumatori a "decurtare" dalla bolletta un ipotetico importo e pagare solo quanto dovuto: chiariamo subito che si tratta di una bufala”.
Non si è fatta attendere la smentita ufficiale anche da parte di Enel: “Il relativo impatto sulle bollette dei consumatori finali non è ancora stato quantificato da ARERA, ma in ogni caso l’Autorità ha precisato che sarà molto contenuto (all’incirca il 2% degli oneri di sistema, e non certo 35 euro).”
Ulteriore precisazione viene dal Codacons: “Stanno circolando sui social network e attraverso testi inviati da cellulare messaggi che annunciano un addebito da 35 euro sulla bolletta della luce di aprile, finalizzato a coprire i debiti degli utenti morosi, quelli cioè che non hanno pagato la propria bolletta elettrica – denuncia il Codacons – Un messaggio pericolosissimo perché invita anche a non pagare la bolletta in attesa di una non meglio specificata sentenza del Tar, e a decurtare questi 35 euro dal bollettino postale. Si tratta di una bufala a tutti gli effetti, che solo in parte di fonda su un aspetto reale”.
Quella bufala del 2014
La viralità della fake news è tutt'altro che spenta e potrebbe anche diventare fonte di strumentalizzazione politica. Un precedente del genere già c'è: era il 2014 quando WhatsApp contribuì a divulgare la falsa narrazione del pericolo gender nelle scuole, poi divenuto tema di scontro politico per mesi, lasciando scorie ancora vive e presenti.
Come evidenzia questa petizione su Change.org, oltre 100.000 individui si sono già attivati in prima persona, mettendoci la firma e la faccia, uniti dallo slogan "Fermiamo questo incredibile furto ai danni degli utenti onesti". La petizione non fa riferimento alla fake news tout court, ma ne sfrutta abilmente la narrazione polarizzante che esalta “i cittadini onesti contro le istituzioni corrotte”.
Una battaglia con presupposti tutto sommato giusti, la quale rischia però di esacerbare inutilmente gli animi, facendo leva su elementi emozionali che poco hanno in comune con i principi giuridici e morali messi in discussione. Una battaglia certamente utile ad aumentare la visibilità e l'influenza di chi cavalca l'onda socialmediatica, rispetto alle insidie che corrono i cittadini-consumatori nel non pagare i conti in attesa di qualche fantomatico colpo di spugna.