“Vi auguro una buona giornata” non è la frase che abitualmente si usa per chiudere un concerto. Di solito, tra cosce e zanzare, è la notte a rivestire il ruolo di regina della musica live. Quella degli stadi d’estate o dei palasport d’inverno. Delle notte stellate e dei rovesci improvvisi, delle birre e dei cori, delle torce degli smartphone e dei flash delle macchine fotografiche. La mattina, solitamente, serve per riprendersi dalle emozioni vissute, per ricordare i momenti salienti e recuperare, se possibile, le ore di sonno perse. Eppure, quella è esattamente la frase che Arisa ha usato per salutare le oltre seimila persone accorse a Senigallia ad ascoltarla. Persone che hanno deciso che certe notti vanno passate in auto per vivere qualcosa di diverso o che hanno puntato la sveglia alle 5 pur di non perdersi la spiaggia di Senigallia, accanto alla Rotonda a Mare, invasa da strumenti musicali, cori e riflessi dorati. Un concerto alle 6 del mattino non l’avevo mai visto. E ho capito che non posso farne più meno. Parlo di qualcosa di inusuale che, attraverso i raggi del sole e la sabbia umida, rinvigorisce il corpo. Non lo svuota ma lo riempie, Non esplode energia ma la accumula per le ore a venire. È accaduto, questa mattina, durante la ventesima edizione (sì, ventesima) del CaterRaduno, la festa di Rai Radio 2 e di Caterpillar. E non è un’idea sperimentata quest’anno. Nelle passate edizioni le luci dell’alba hanno accompagnato le canzoni di Irene Grandi, Piero Pelù e Musica Nuda.
La musica, la mattina
Il trauma è sempre quello: alzarsi. Sono le 5 e mezza, il corpo protesta. Ma in lontananza risuona già il sound-check della band della cantante ligure. Mi alzo ed esco dall’albergo con una domanda in testa. Ma chi, davvero, parteciperà a un evento del genere? Mi aspetto 50 persone. Forse 100. Magari gli irriducibili, i fan sfegatati, gli insonni. Gli altri rimarranno a letto. In fila, nella mia testa, mentre cammino verso la passerella sulla spiaggia che ospiterà il concerto, si sovrappongono le categorie umane più disparate. Mi immagino Arisa e i reduci dall’hangover notturno. Sorrido. Sto per scoprire di quanto mi sto sbagliando.
Il panorama aiuta a digerire la levataccia. La luce si adagia sul mare adriatico e sulle nuvole basse, l’aria è frizzante ma piacevole. Mentre assaporo la pace inizio ad accorgermi che c’è gente intorno a me. E non è affatto poca. Tutti hanno più fretta di me. Mi sorpassano adolescenti, mamme e figlie, famiglie e anche tanti uomini. Si affrettano, probabilmente, per prendere i posti migliori. Percepisco la loro eccitazione e inizio a esserne contagiato. Mi muovo più velocemente, senza accorgermene. La porzione di spiaggia, appena arrivo, è già intasata. Si avanza lentissimi e chi arriva come me, a 15 minuti dall’inizio, è già costretto a stare in una posizione defilata.
La “gente” di Caterpillar, anche quest’anno, ha risposto presente alla chiamata. È una comunità forte, variegata. C’è chi viene da Bolzano, chi dal Veneto, chi dalla Puglia. Questi sono i tre giorni più importanti per chi, da vent’anni, si sintonizza per ascoltare uno dei programmi più longevi dell’intero panorama nazionale. E quel concerto, alle 6 di mattina, è una specie di ritrovo. Festante e colorato. Una chiamata alle armi a cui si risponde cantando e stando insieme. Arisa è il collante di questa giornata. Ma oltre alle sue canzoni c’è molto di più. C’è vita. Anche alle prime luci del mattino.
Cantare per iniziare bene la giornata
Le mani si agitano come se fossero le 23 e la musica consumasse le energie dell’attesa. Il sole cresce dopo ogni brano. La luce inonda i visi dei giovani del fan club della cantante, rigorosamente in prima fila. Tutti applaudono anche chi, come me, non conosce che pochissime parole. Intorno, benevolmente disturbata, continua a scorrere la vita. C’è chi corre sul bagnasciuga, chi passeggia con il cane, chi prende un caffé nei chioschi e chi legge il giornale. È un’invasione pacifica, e soprattutto aperta, del mondo abitudinario di chi è abituato a svegliarsi così presto. “Ormai è un format” mi raccontano gli organizzatori di Radio 2. “C’è chi dice che la versione di Caterpillar che va in onda la mattina presto è nata proprio per dare seguito a questa forza positiva che solo una mattinata di parole e musica sa dare”. Sì, perché dopo aver cantato per un’ora e mezza, lo spettacolo non è finito. Le persone tirano fuori l’asciugamano, che molti hanno acquistato dall’Associazione Libera, e ringraziano tutti insieme il sole. Lo salutano, posizione dopo posizione, gesto dopo gesto. E ogni movimento richiama una canzone famosa che racconta la forza del sole. “Vi auguro una buona giornata” dice ancora Arisa a tutti quelli che incontra dopo aver posato il microfono e aver terminato lo show. Improvvisamente capisco che può esserla davvero. È tempo di fare colazione. La giornata, in effetti, è ancora tutta da vivere. E iniziarla così non ha davvero prezzo.