La ragione per cui Papa Francesco, a Loreto, preferisce togliere la mano quando gliela si vuole baciare e invece la stende con un sorriso a Virginia Raggi in Campidoglio che gliela vuole stringere è la stessa, e si chiama normalità.
Quando un papà accompagna la figlia adolescente a scuola non è raro che questa gli chieda di fermarsi cento metri prima di incontrare le amiche perché non le va di farsi vedere con lui. Quando io sacerdote incontro per strada qualcuno che conosco mi chiedo se salutarlo o meno, ed eventualmente come salutarlo, perché non a tutti fa piacere essere riconosciuti come "amico di un prete". Sta tutta qui, in questi semplici ragionamenti, la ragione per cui Papa Francesco preferisce che quando lo si saluta non gli si baci la mano - o "l'anello piscatorio" - ma gliela si allunghi semplicemente per stringerla nel modo normale in vigore tra le persone civili in occidente
Lunedì scorso, dopo la Messa nella Santa Casa di Loreto, le immagini di Bergoglio che sottrae la mano, anche in modo a volte deciso, a chi gliela voleva baciare secondo il vecchio protocollo, hanno fatto il giro del mondo, e per spiegarla si è fatto ricorso alla storia delle liturgie petrine a partire, almeno, da Pio XII. Nessuno invece si è meravigliato che, il giorno dopo, Virginia Raggi e il Papa si siano scambiati semplicemente sorrisi e strette di mano all'arrivo di quest'ultimo in Campidoglio.
Non ci si è meravigliati, perché non si commenta la normalità. Ed è proprio la normalità quella di cui Papa Francesco vuole circondare la figura del Romano Pontefice. Lunedì scorso, a Loreto, non è accaduto niente di nuovo: e lo sa bene chi ricorda quando Jorge Mario Bergoglio il 13 marzo 2013 apparve al balcone di San Pietro senza mozzetta - quel particolare mantellino che indossavano i pontefici - per poi rientrare nei giorni successivi in pulmino assieme agli altri cardinali a Santa Marta dove volle rimanere a vivere, passando prima dalla Casa del Clero dove era ospite per prendere le sue valigie e pagare la fattura, tenendo sul petto la sua croce pettorale e rifiutando quella d'oro preparata per il nuovo Papa, e, infine, ricevendo l'atto di omaggio dai cardinali elettori stando in piedi e non seduto sul tronetto bianco preparato per lui.
Quando un papà accetta di non baciare la figlia quindicenne davanti agli amici per non farla sentire una bambina non sta dicendo che tra loro non c'è amore ma sta semplicemente accettando che gli anni passano, i figli crescono, e le persone si trattano in modo diverso a seconda di come cambiano i tempi.
Se nessuno si meraviglia di un gesto vuole dire che quel gesto è giusto. Non ho letto servizi meravigliati per la stretta di mano tra il Papa e la sindaca di Roma e li ho letti invece sul "non baciamano" di Loreto. Quando si avvicinarono a Gesù chiamandolo "buono" Lui rispose "perché mi chiami buono? Nessuno è buono se non Dio solo" (Mc 10,18) e altre volte disse "non chiamate nessuno Padre se non il Padre vostro che è nei cieli" (Mt 23, 9).
Gesù non ha nominato Pietro re, amministratore delegato di una multinazionale o leader di un partito, ma gli ha detto "conferma i tuoi fratelli" (Lc 22,32). I canoni sociali di un tempo richiedevano forse che il ministero petrino fosse circondato da un'aura di sacralità che ne esprimesse il senso; oggi tale aura sarebbe un ostacolo per tutti quelli che non notano nulla di strano di strano in una stretta di mano tra un Papa e un sindaco. Rimane il dubbio che chi ha dato spazio "al non baciamano" di Loreto sia qualcuno che preferirebbe il Papa rimanesse su un piedistallo lindo e pulito. Ma ben distante da dove vive la gente.