Da martedì 30 gennaio le piccole e medie imprese italiane possono richiedere i voucher per la digitalizzazione. A differenza di altri bandi del Ministero dello Sviluppo economico, questa volta non c'è nessuna corsa ad accappararsi i fondi disponibili. Il Mise ha infatti deciso di assegnare le risorse in proporzione al fabbisogno delle imprese, indipendentemente dall'ordine di arrivo delle domande. Tagliando l'importo del contributo, al di sotto dei 10 mila euro promessi, qualora i 100 milioni stanziati non bastassero a finanziare tutte le Pmi ammesse.
I 'voucher digitalizzazione' sono contributi che coprono il 50 per cento delle spese sostenute dalle Pmi per l'ammodernamento tecnologico, fino a un massimo di 10 mila euro per ciascuna impresa. Tra i costi ammissibili rientrano l'acquisto di software, hardware e servizi per l'e-commerce, le spese per l'accesso alla connettività a banda larga e ultralarga, per il collegamento alla rete Internet mediante la tecnologia satellitare, ma anche per la formazione qualificata nel campo Ict e per l'avvio di forme di smart working, tra cui il telelavoro,
Tutte le Pmi con sede in Italia e iscritte al Registro delle imprese possono richiedere i contributi, con una corsia preferenziale per le imprese in possesso del rating di legalità, a cui il Ministero ha riservato il 5% del budget totale.
Previsti dal decreto Destinazione Italia del dicembre 2013, i voucher per la digitalizzazione sono rimasti al palo per circa quattro anni in attesa della copertura finanziaria, nonostante lo schema del bando fosse pronto dal settembre 2014. Con il via libera di Bruxelles all'utilizzo dei fondi europei per la concessione dei voucher nelle regioni del Mezzogiorno e l'ok del Cipe all'utilizzo di risorse nazionali per il Centro Nord, ad ottobre si è arrivati al decreto ministeriale con le istruzioni per l'accesso ai contributi, a valere su un budget complessivo di 100 milioni di euro.
Le domande possono essere presentate dalle 10.00 del 30 gennaio fino alle ore 17.00 del 9 febbraio 2018. La novità rispetto ad altre agevolazioni del Ministero dello Sviluppo economico è che, trascorsi 30 giorni dalla chiusura dello sportello, il Mise adotterà un provvedimento cumulativo con l'indicazione delle imprese ammesse e l'importo dell'agevolazione prenotata e poi provvederà alla ripartizione delle risorse tra tutte le Pmi ammissibili alle agevolazioni, senza alcuna priorità connessa al momento della presentazione della domanda.
Una soluzione che accoglie le critiche mosse alla modalità “click day” - la corsa contro il tempo che premia i più veloci a presentare la domanda, spesso contestata anche per i frequenti malfunzionamenti delle piattaforme web - ma che potrebbe deludere chi aspettava questo sostegno economico per intraprendere la strada della digitalizzazione.
Laddove l'importo complessivo dei voucher richiesti risultasse superiore ai 100 milioni disponibili, com'è probabile, il MiSE si vedrà infatti costretto a ridurre l'importo dei voucher in proporzione al fabbisogno di tutte le imprese ammissibili. Così i tanto attesi 10mila euro per gli investimenti in digitalizzazione potrebbero riverlarsi ben poca cosa.
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