La Commissione europea ha adottato 11 nuovi programmi per il Corno d'Africa nell'ambito del Fondo fiduciario di emergenza per il continente. Obiettivo: affrontare le cause alla base delle crisi umanitarie nelle aree più critiche.
Il Fondo fiduciario di emergenza per l'Africa (EU Emergency Trust Fund for Africa), lanciato nel 2015 durante il Summit sulla migrazione di La Valletta, nasce con l’intento di affrontare le cause alla base delle crisi umanitarie nelle regioni del Sahel e del lago Ciad, nel Corno d’Africa e in Nord Africa e della conseguente migrazione irregolare.
Lo strumento finanzia un’ampia gamma di interventi, dai programmi per la creazione di opportunità di lavoro a progetti a supporto dei servizi di base per la popolazione locale, passando per le azioni contro il traffico di esseri umani e i progetti sulla prevenzione dei conflitti.
Come funziona il fondo fiduciario
Il Fondo fiduciario è un meccanismo utilizzato nell’ambito della cooperazione allo sviluppo per mettere in comune risorse di grandi dimensioni da differenti donatori. Solo per avere un’idea dell’entità delle risorse disponibili, Bruxelles ha inizialmente deciso di mobilitare 1,8 miliardi, poi saliti a circa 2,7. Risorse cui, ovviamente, si deve aggiungere il contributo degli Stati membri.
A metà dicembre l’Unione ha dato il via libera a 11 nuovi programmi per il Corno d'Africa. Sei di questi andranno a sostenere il Quadro di Risposta Complessiva sui Rifugiati (CRRF) dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHC), l’iniziativa che promuove l'autosufficienza delle popolazioni di rifugiati e sostiene le comunità ospitanti.
In tutto, i sei programmi potranno contare su 65 milioni di euro per interventi in Gibuti, Kenya, Sudan, Repubblica democratica del Congo, Uganda ed Etiopia. Diverse le azioni messe in campo: in Gibuti, Bruxelles darà il via ad un programma da 8 milioni per integrare i rifugiati nei sistemi di protezione sociale del Paese. In Kenya, le risorse a disposizione salgono a 17,8 milioni di euro. L’obiettivo, in questo caso, è promuovere la gestione delle pratiche di asilo, rafforzare l'autosufficienza economica tra i rifugiati e le comunità di accoglienza nella contea di Garissa e sostenere ulteriormente l'insediamento di Kalobeyei.
Come saranno distribuiti i fondi
10 milioni andranno al sostegno educativo dei bambini rifugiati, in Sudan, e altri 3 milioni saranno destinati all’assistenza ai rifugiati del Sud Sudan nella Repubblica democratica del Congo.
E ancora, 18 milioni di euro saranno destinati al programma per migliorare l'accesso della popolazione a informazioni affidabili, formazione e sistema giudiziario e legale in Uganda, e 8,2 milioni serviranno a sostenere progetti per incoraggiare scambi di esperienze e competenze per affrontare la crescente sfida degli sfollati urbani in Etiopia ed Uganda.
Ai sei programmi se ne aggiungono altri quattro nazionali: un nuovo programma in Etiopia (da 33,5 milioni) renderà le famiglie, le comunità e le autorità locali più preparate a gestire, rispondere e adattarsi ai disastri come siccità e conflitti.
In Sudan, nell’ottica di rispondere meglio alle crisi protratte, è previsto un programma da 10 milioni per il sostegno agli sfollati forzati e alle comunità di accoglienza nel West Kordofan; sempre in Sudan, 15 milioni di euro andranno a un programma che affronterà i problemi di sicurezza alimentare nello Stato del Mar Rosso.
5 milioni andranno in Sud Sudan per sostenere un programma che intende contribuire a costruire una pace duratura e la riconciliazione.
Infine, un nuovo programma regionale da 5 milioni di euro si servirà di indagini finanziarie e strumenti antiriciclaggio per contrastare le reti di criminali e trafficanti di esseri umani in tutta l'area del Corno d'Africa. Due programmi già esistenti hanno ricevuto fondi aggiuntivi: 2,5 milioni di euro sono destinati alla Research and Evidence Facility e altri 3 milioni andranno al programma di sostegno al bilancio della Somalia. Con questo ultimo intervento della Commissione il numero totale di programmi adottati da dicembre 2015 nella regione del Corno d'Africa arriva a 69, per un valore complessivo di 1,28 miliardi di euro.