Nei mesi scorsi le piogge sono tornate abbondanti anche in Portogallo riempiendo le dighe. A Marzo, poi, il vento ha soffiato intensamente per quasi tutto il mese. Pioggia, vento e sole hanno ormai un impatto diretto sulla generazione di energia in tutti i Paesi dove sono installate significative quote di potenza eolica, fotovoltaica ed idroelettrica.
Fra essi vi è il Portogallo dove il mese scorso gli impianti idroelettrici, quelli eolici e gli altri fotovoltaici hanno generato 4,81 miliardi di kWh (chilowattora) di elettricità, un surplus del 3,4% rispetto al fabbisogno di 4,65 miliardi di kWh consumati a Marzo (i 160 milioni di kWh in eccesso sono stati esportati nella vicina Spagna).
Simili notizie rendono verosimile lo scenario “100% Rinnovabile” studiato da un’avanguardia di ricercatori nel campo dell’energia in tutto il mondo. Gli scettici vi diranno che le centrali termoelettriche o le importazioni di energia dalla Spagna sono state comunque necessarie a colmare i deficit temporanei di produzione dalle rinnovabili, com’è avvenuto il 7 Marzo quando nel Paese lusitano la produzione di energia da acqua, vento e sole durante la giornata ha coperto ‘solo’ l’86% dell'elettricità complessiva consumata quel giorno.
Attualmente, infatti, per bilanciare domanda e offerta di elettricità a fronte della produzione variabile da sole e vento si possono utilizzare le centrali idroelettriche, oppure quelle termoelettriche a turbogas.
Da qui, l’opinione largamente condivisa che il gas naturale sia la fonte energetica ‘ponte’ fra l’oggi, in cui ancora persiste una significativa produzione termoelettrica e termonucleare, e un lontano domani -- generalmente fissato al 2050 -- in cui useremo soltanto le fonti rinnovabili di energia.
Ma è stato proprio dando ascolto alle previsioni degli scettici che l’Europa si ritrova priva dell’industria delle batterie agli ioni di litio con cui si equipaggiano ormai milioni di autoveicoli ogni anno: automobili, autobus, motocicli e adesso pure camion e trattori. Ma anche, appunto, il parco eolico di Hornsdale in Australia, dove con una serie di rack di accumulatori al litio installati in poche settimane capaci di accumulare 129 MWh di energia erogando fino a 100 MW di potenza si stabilizzano tanto la frequenza della rete che gli eventuali sbilanciamenti.
La produzione di elettricità da sole e vento ha ormai un costo irrisorio. A stabilizzare le reti elettriche rispetto alle forti oscillazioni nella produzione elettrica fotovoltaica ed eolica -- variabile ma prevedibile grazie ai modelli meteoenergetici fra i quali eccelle quello italiano -- saranno prima gli accumulatori agli ioni di litio, e poi le celle a combustibile a idrogeno.
Non molti sanno che l’industria delle celle combustibile all’idrogeno sta attraversando la sua prima grande crescita commerciale, che ha portato in utile i bilanci di tutti i maggiori produttori.
Il futuro, interamente ad energia rinnovabile, arriva molto prima del 2050.