Negli ultimi tempi ci sono stati forti segnali per richiamare alla realtà le persone e, soprattutto, coloro che occupano posti di governo. Papa Francesco, che come guida morale si è guadagnato il rispetto anche dei non credenti, è forse l’unica autorità mondiale che si confronta con gli scienziati, li consulta e li rispetta.
La sua enciclica Laudato si’ del giugno 2015 è il documento scientico e sociologico più chiaro oggi in circolazione. Di fronte alla situazione di degrado in cui si trova la nostra casa comune, la Terra, esorta ogni persona a prendersene cura e ad abbandonare uno stile di vita che crea non soltanto gravi danni all’ambiente, ma anche crescenti disuguaglianze sociali. Questo deterioramento ambientale e sociale colpisce in modo particolare i più deboli del pianeta, miliardi di persone che sono ormai considerate un «danno collaterale» della civiltà dell’usa e getta.
L’enciclica denuncia i danni causati dall’uso irresponsabile dei beni comuni: bisogna fermare il cambiamento climatico, non inquinare le acque, il suolo e l’aria, preservare la diversità biologica, salvaguardare le foreste e i mari. Il Papa sottolinea anche come l’ambiente sia un bene che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere. Concorda con gli scienziati sul fatto che il riscaldamento globale è legato ai gas serra emessi dalle attività umane e a erma chiaramente che la crisi climatica si risolve soltanto passando il più velocemente possibile dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili.
Il Papa sostiene che le nazioni che hanno tratto beneficio dall’industrializzazione, con un’enorme emissione di gas serra, hanno maggiori responsabilità nel cercare di riparare i danni causati proprio da loro stesse. Rileva poi che molti tra coloro che detengono il potere economico o politico cercano di mascherare i problemi o nasconderne i sintomi. È difficile trovare parole più appropriate per commentare il comportamento delle lobby del petrolio e anche il clamoroso scandalo Volkswagen del 2015, quando la Environmental Protection Energy statunitense rivelò che la casa automobilistica tedesca aveva illegalmente installato su almeno 500000 vetture un software di manipolazione per aggirare le normative ambientali sulle emissioni di ossidi di azoto dai tubi di scarico. L’enciclica nota che il ritmo di consumo e di alterazione dell’ambiente ha superato il livello di sostenibilità ecologica, ma ai centri di potere finanziari, economici e politici interessa soltanto estrarre dalla Terra quanto più è possibile.
Un esempio l’abbiamo purtroppo in Italia, dove i governi continuano a sostenere le attività di estrazione delle residue, marginali riserve di petrolio e gas, mentre pongono ripetuti ostacoli allo sviluppo delle energie rinnovabili. Papa Francesco incita a procedere con urgenza a una coraggiosa rivoluzione culturale per affrontare problemi globali, che non possono essere risolti da azioni di singoli Paesi. L’auspicato consenso mondiale si è finalmente manifestato nella conferenza cop21 tenutasi a Parigi nel dicembre 2015. Si è trattato di un avvenimento straordinario: il segretario delle Nazioni Unite l’ha definito «l’impresa diplomatica forse più difficile della storia». Alla fine di un negoziato ben preparato e ben condotto, le delegazioni delle 196 nazioni partecipanti sono giunte a un accordo di massima basato sui seguenti punti:
1. il cambiamento climatico rappresenta un pericolo urgente e potenzialmente irreversibile che riguarda tutta l’umanità;
2. è assolutamente necessario mantenere l’aumento della temperatura media globale entro 2 °C rispetto al livello pre-industriale e a questo scopo bisogna ridurre fortemente fin da ora le emissioni su scala globale;
3. le nazioni sviluppate mettono a disposizione tecnologie e risorse finanziarie per permettere ai Paesi in via di sviluppo di limitare le emissioni;
4. i Paesi aderenti all’accordo si impegnano a raggiungere gli obiettivi volontariamente dichiarati, sottoponendoli a valutazione ogni cinque anni.
Il 4 novembre 2016 l’accordo, ratificato già da 122 nazioni, è entrato ufficialmente in vigore e l’agenda della sua attuazione è stata discussa nel dicembre 2016 nella conferenza cop22 di Marrakech, in Marocco.