Ventidue milioni di metri quadri sui tetti degli edifici residenziali disponibili per essere solarizzati. Una produzione potenziale di energia di oltre 3 miliardi di chilowattora ogni anno. La possibilità di integrare sui tetti del centro storico le nuove tecnologie del solare che coniugano tutela del patrimonio ed energia pulita.
C’è anche questo nello studio dedicato all’energia solare nell’ambiente costruito a Roma e nel mondo pubblicato da un team di ricercatori del Cnr in Sicilia e in Toscana.
Da quello sul tetto dell’Aula ‘Paolo VI’ a quello del Museo dei bambini, Roma ospita da molti anni alcuni degli impianti fotovoltaici che hanno fatto scuola nel mondo. Oggi, l’evoluzione tecnologica consente di aprire a tutti le opportunità della generazione distribuita: e se può farlo Roma potranno farlo tutte le città del mondo.
Lo studio identifica le soluzioni tecnologiche per la solarizzazione degli edifici storici, con esempi che vanno dal Veneto alla Calabria fino alla Campania in cui a generare energia in modo pressoché invisibile sono avanzate tegole in cotto fotovoltaiche, una tipica tecnologia del Made in Italy.
Per gli edifici che invece non ricadono nel centro storico, lo studio raccomanda tanto la realizzazione dei tetti ‘biosolari’ che l’uso delle superfici verticali, con esempi e casi di studio che vanno da Londra a Palermo e Copenhagen.
Presenti nelle maggiori città del mondo, i tetti biosolari sono coperture verdi in cui vegetazione opportunamente selezionata coesiste con i moduli fotovoltaici in una simbiosi che alla generazione di energia pulita accompagna molti altri benefici ambientali, inclusa la promozione della biodiversità.
Nel mondo gli edifici consumano la quota più elevata dell’energia complessivamente prodotta ogni anno, ma è enorme il potenziale energetico legato alla loro solarizzazione. In Italia, soltanto solarizzando i tetti disponibili delle case mono e bifamiliari e dei capannoni industriali installeremmo circa 100 GW (GigaWatt) addizionali, capaci di generare ogni anno il 40 per cento del fabbisogno elettrico senza alcun consumo di suolo. Negli Stati Uniti, la maggiore economia mondiale, una percentuale analoga dei consumi elettrici potrebbe essere coperta con la solarizzazione degli edifici già esistenti.
Dunque, cosa serve per iniziare a farlo subito? Principalmente due cose: normative e Linee guida che promuovano l’adozione generalizzata della generazione distribuita sul territorio di ogni Regione; e la fondazione, in ogni Regione, di istituti di ricerca e formazione pubblici che agiscano come centri di competenza di riferimento sul territorio per sostenere sul territorio cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni ad affrontare la sfida più grande che attende l’umanità: quella della transizione energetica.