Le reazioni di fissione di 235U nei reattori nucleari avvengono in presenza di un numero molto maggiore di atomi del più abbondante isotopo 238U. Una piccola parte di questo uranio naturale assorbe anch’esso neutroni trasformandosi in 239U, che rapidamente decade in plutonio-239 (239Pu).
Il plutonio è praticamente assente in natura e si ottiene soltanto attraverso reazioni nucleari. È talmente tossico e radioattivo che basta inalarne meno di un milionesimo di grammo per sviluppare un cancro al polmone. La sua radioattività è praticamente eterna sulla scala temporale umana: impiega 24 mila anni per dimezzare. Il 9 agosto 1945 una bomba contenente 6 kilogrammi di plutonio rase al suolo la città giapponese di Nagasaki causando in un istante 80 000 morti. Molte altre migliaia morirono o si ammalarono nei decenni seguenti a causa degli effetti devastanti delle radiazioni.
Produrre elettricità per via nucleare significa dunque avere a disposizione le "fabbriche" di un eccellente materiale per costruire ordigni nucleari, cioè il plutonio. Esso però deve essere estratto da tutta la rimanente massa di combustibile esausto, con la tecnica chiamata riprocessamento, e questo richiede tecnologie molto avanzate.
Il plutonio è probabilmente la sostanza più pericolosa mai creata dall’uomo. Nonostante si siano investite quantità enormi di denaro per mettere in sicurezza questa velenosa eredità, non si è ancora trovata una soluzione e difficilmente la si troverà.