Il carbone spacca la Polonia a pochi giorni dall’inizio della Cop 24 (in programma dal 3 al 14 dicembre), la conferenza Onu sul clima che si terrà a Katowice. La città è un polo industriale della Slesia, regione che ospita oggi due miniere di carbone, in forte calo rispetto alle 14 degli anni '80. Per surriscaldare il clima in vista del vertice, il ministero dell’Energia ha diffuso un comunicato in difesa del carbone, dichiarazione prontamente smentita dalla presidenza (polacca) della Cop24.
Ma il ministro dell’Energia Krzysztof Tchórzewski non si è dato per vinto e ha ribattuto difendendo la dipendenza del paese dalla fonte fossile più inquinante. In un batti e ribatti di affermazioni che la dice lunga sull’unità di intenti del Paese, un portavoce della presidenza della Cop24, del ministero guidato da Tchórzewski, ha sottolineato che il punto di vista del ministro non rappresenta la posizione del governo polacco.
La Polonia è responsabile con la Germania di oltre il 50% delle emissioni di CO2 d’Europa
L’ex repubblica del blocco sovietico è uno degli Stati europei che inquina di più: insieme alla Germania è responsabile di oltre il 50% delle emissioni di anidride carbonica derivante dal carbone. Attualmente circa l’80% della produzione elettrica deriva dal carbone. Nel paese c’è un dibattito per ridurre questa dipendenza almeno al 40% entro il 2040. Ancora troppo per i target europei. All’inizio di quest’anno il governo ha annunciato di voler rimodulare il proprio mix energetico, riducendo l’energia prodotta da carbone al 60% nel 2030 e a circa il 50% nel 2050.
Ma è già da un po’ che il conservatore Tchórzewski sta litigando sul clima con il primo ministro Mateusz Morawiecki. Il premier insieme al ministro delle Tecnologie Jadwiga Emilewicz punta a una stretta sull’utilizzo del carbone nel riscaldamento domestico per rendere l’aria delle città più pulita. Ma Tchórzewski sta ostacolando i loro sforzi, annacquando le proposte e rallentando l’azione.
Il ministro dell’Energia è anche uno strenuo sostenitore della nuova centrale Ostrołęka C, il controverso progetto nel Nord Est del paese. Tchórzewski è assolutamente contrario alla lotta al cambiamento climatico, sostenendo che ciò danneggerebbe l'economia polacca. Il ministro ha detto chiaramente che la priorità è "preservare la competitività delle economie nazionali e la loro sovranità nel plasmare i mix energetici".
Grazie al carbone la Polonia ha un import di energia al 28% rispetto al 53% dell’Ue
Grazie al carbone la Polonia compra meno energia dall’estero rispetto alla media Ue, con l’import che si attesta al 28,6% a fronte del 53,5% del resto dell’Unione, secondo i dati di Euracoal. "Il ministero dell'Energia è a favore della trasformazione del settore energetico ma contrario alle drastiche restrizioni all'uso dei combustibili fossili", sottolinea il comunicato. Secondo il think tank Forum Energii, invece, puntando sulle energie rinnovabili si ridurrebbe anche la dipendenza dalle importazioni. Mentre un sondaggio realizzato l’anno scorso da Greenpeace Poland ha mostrato come il 74% dei polacchi vorrebbe abbandonare il carbone per le rinnovabili.
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“Investire in rinnovabili è l’unica strada per avere bollette elettriche a prezzi accettabili”, ha detto l’attivista green Paweł Szypulski. “Il carbone non è in linea con l’accordo di Parigi sul clima, né con quello che dice la scienza e né con ciò che vuole la maggior parte dei polacchi”. Secondo Climate Analytics per provare a centrare gli obiettivi dell’accordo di Parigi, l’Unione europea dovrebbe uscire dal carbone entro il 2030.
Varsavia è sempre stata una voce fuori dal coro nelle discussioni sul clima a Bruxelles, insieme agli altri stati che fanno parte del blocco Visegrad. Anche questo fronte tuttavia inizia a scricchiolare. L’Ungheria, ad esempio, tradizionale alleato della Polonia, vuole chiudere la sua ultima centrale a carbone entro il 2030 installando al suo posto un impianto green.