L'ennesima sconvolgente notizia della scomparsa di un infante dimenticato all'interno di un'automobile esposta al sole deve spingere la comunità dei tecnologi ad offrire ai regolatori politici una soluzione tecnica concreta e rapidamente implementabile per mettere fine a questa gravissima fonte di rischio per la vita umana e in particolare di quella dei più deboli come i bambini o gli anziani. Un problema che non è solo italiano, ma globale con decine di casi che si ripetono ogni anno in tutto il mondo.
Poiché a determinare il rischio è proprio l'esposizione dell'auto alla potente e prolungata radiazione solare tipica dei Paesi più soleggiati nei lunghi mesi che vanno dalla primavera all'autunno, useremo proprio l'energia contenuta nella radiazione per far funzionare un nuovo sistema di sicurezza attiva che farà partire l'impianto di ventilazione.
Esattamente come non esiste barca a vela che oggi non usi le celle solari per generare l'elettricità necessaria a buona parte dei dispositivi elettrici ed elettronici di bordo, lo stesso avverrà con le auto. Dotandole tutte, sia quelle nuove che quelle esistenti, di un set di celle solari fotovoltaiche integrate sul tetto.
La tecnologia è evoluta a tal punto che per disporre, con pieno sole, di una potenza elettrica di 100 W basta 1 solo metro quadro di superficie coperta con le celle in silicio monocristallino semiflessibili e ad alta efficienza, del tipo preferito proprio dai velisti. Ma ne esistono altre, completamente flessibili, che fanno uso di semicondutorri in film sottile che ormai si approssimano a simili altissimi livelli di efficienza nella conversione fotovoltaica della luce in corrente elettrica.
Il concetto è semplice quanto facilmente realizzabile: un sensore rileva l'aumento della temperatura interna. Quando, ad esempio, rileva una temperatura superiore ai 37 gradi comanda alla batteria dell'auto continuamente ricaricata dalle celle solari di azionare il sistema di ventilazione facendo abbassare i finestrini di pochi cm: quanto basta ad assicurare la dissipazione del calore irradiato dall'abitacolo esposto al sole.
Ciò che avviene infatti lasciando l'auto sotto il sole è esattamente una replica dell'effetto fototermico con cui i proprietari degli impianti solari termici riscaldano gratuitamente l'acqua o l'aria, o con il quale le aziende agricolo riscaldano le loro serre. La radiazione visibile penetra agevolmente i vetri trasparenti illuminando le superfici all'interno dell'auto, che si riscaldano rapidamente e riemettono una parte della radiazione visibile incidente sotto forma di radiazione infrarossa.
Trasparente alla luce, però, il vetro è pressoché opaco nei confronti della radiazione infrarossa che viene dunque trattenuta all'interno dell'abitacolo. Ecco perché, anche in una giornata nuvolosa, restiamo sorpresi nel ritrovare riscaldato dal sole l'abitacolo della nostra auto lasciata all'aperto.
Per rompere questo ciclo è necessario ventilare il calore all'esterno dell'abitacolo. Ed è quello che accadrebbe installando un kit costituito in ultima analisi da un set di celle solari fotovoltaiche integrate sul tetto dell'abitacolo, da un sensore e dal relativo sistema di controllo digitale.
Un noto produttore di auto giapponese commercializza auto ibride con il tetto fotovoltaico dall'ormai lontano 2010 quando la prima versione dell'auto in questione utilizzava l'energia fotovoltaica proprio a supporto del sistema di ventilazione. Da allora, il prezzo delle celle solari è letteralmente crollato e l'offerta è cresciuta di alcuni ordini di grandezza: questo rende concreta l'opportunità di dotare tutte le auto, sia quelle nuove che quelle esistenti, i un sistema di sicurezza termica a tutela della salute alimentato dall'energia del sole.