Da sempre, fare previsioni in campo energetico è una delle attività più rischiose al mondo, ma voglio provarci. Anche perché fra un anno sarà curioso vedere se e quanto ci ho azzeccato. E allora comincio dalle previsioni facili.
Si manifesterà in modo sempre più netto l'effetto del riscaldamento globale indotto principalmente dall’uso dei combustibili fossili: scioglimento dei ghiacciai artici, siccità, incendi, uragani ed eventi estremi. Gli stati nazionali continueranno a discutere senza trovare accordi significativi sul controllo delle emissioni ma l’azione dal basso di città, regioni e piccole comunità continuerà, manifestando la sua efficacia.
Trump continuerà a negare l’esistenza del cambiamento climatico ma, nonostante tutto, gli Stati Uniti continueranno a percorrere la strada della transizione energetica: alcune centrali a carbone saranno messe fuori mercato e chiuderanno.
Il prezzo del petrolio continuerà ad oscillare in modo irrazionale, in balia di eventi politici ed economici totalmente slegati fra loro e senza alcun controllo possibile da parte di nessuno. La sostenibilità economica e ambientale del petrolio e gas da scisto (via fracking) inizierà a scricchiolare.
I produttori di petrolio e auto tradizionali realizzeranno definitivamente il destino ineluttabile che li attende: la mobilità elettrica. Una minaccia esiziale che non potranno più eludere. E il 2019 sarà ricordato come l’anno del lento ma definivo decollo dell’auto elettrica.
La reputazione del metano come combustibile ponte della transizione energetica sarà sempre più messa in discussione per numerose ragioni, a cominciare dalle emissioni fuggitive della filiera produttiva e della rete di distribuzione, che costituiscono un serio ostacolo alla limitazione delle emissioni climalteranti.
Continuerà la crescita impetuosa e inarrestabile dell’elettricità rinnovabile, in particolare eolico e fotovoltaico, consolidando le basi per raggiungere il 40% di produzione rinnovabile nel mondo al 2030. Il nucleare continuerà il suo inarrestabile declino, la Francia riaffermerà la sua lenta opera di denuclearizzazione.
La transizione energetica verso le rinnovabili continuerà, ma non alla velocità che sarebbe necessaria. Il mio auspicio è che i giovani prendano in mano il loro destino e si facciano sentire, sull’esempio di Greta Thunberg.
E se nel 2019 nascesse un movimento giovanile mondiale per la transizione? È molto difficile, ma sarebbe bellissimo.
Nicola Armaroli