C’è energia «nascosta» in tutte le cose che ci circondano. L’analisi del costo energetico di un prodotto è un’operazione complessa che spesso coinvolge anche parametri discutibili. I valori che ora citeremo sono dunque stime di prima approssimazione, ma chiariscono ugualmente un concetto fondamentale: per fare qualsiasi «cosa» utile (ma anche qualsiasi cosa dannosa) ci vuole molta energia.
Si può stimare che per produrre una tonnellata (t) di fogli di carta è necessaria una quantità di energia pari a 0,8 tep (tonnellate equivalenti di petrolio); per le materie plastiche 1,5–3,0 tep/t; per l’alluminio circa 3 tep/t; per il titanio, molto usato nell’industria aerospaziale, circa 20 tep/t.
Per fabbricare un’automobile si utilizzano mediamente 3 tep/t. Dunque, prima ancora di iniziare a circolare, un’auto ha già consumato circa il 25% dell’energia totale che consumerà prima di essere rottamata.
Per fabbricare un computer da tavolo è necessario usare una quantità di energia equivalente a quella di circa 140 kg di petrolio. Ciò significa che ancor prima di essere acceso il computer ha consumato una quantità di energia circa tre volte maggiore di quella che userà durante tutta la sua vita utile. Rottamare qualsiasi apparecchiatura od oggetto significa buttare via l’energia che è servita per produrlo.
Anche procurarsi energia costa energia, come vedremo meglio più avanti. Estrarre petrolio dai ricchi pozzi del Medio Oriente costa il 5% dell’energia ottenuta, ma per produrre petrolio dalle sabbie bituminose canadesi la spesa energetica può salire no al 35%. Il trasporto dell’oro nero tramite petroliere lungo le tratte oceaniche costa circa l’equivalente dell’1% dell’energia trasportata.
Analoghi trasporti di gas con navi metaniere co- stano il 10–15% dell’energia imbarcata, poiché il gas deve essere prima liquefatto alla temperatura di –162 °C e poi mantenuto in quello stato per molti giorni, prima di giungere a un rigassificatore. Da lì viene immesso nella rete dei gasdotti, ove viaggia tramite appositi impianti di pompaggio collocati lungo il tragitto ogni circa 100 km. Il trasporto attraverso condotte ha un costo energetico tre volte maggiore per il gas rispetto al petrolio.
Estrarre carbone di bassa qualità da miniere sotterranee può costare il 20% del suo contenuto energetico. Altra energia è richiesta, naturalmente, per i processi di lavorazione, trasporto ed eventualmente conversione in altre forme di energia.
La produzione di energia elettrica mediante una centrale convenzionale a carbone ha una efficienza limitata: sfrutta soltanto il 30 – 40% dell’energia primaria; altra energia deve essere spesa per la costruzione delle centrali, per il trasporto e lo smistamento del combustibile e per lo smaltimento delle ceneri.
Nel caso dei pannelli fotovoltaici, delle turbine eoliche e di altre tecnologie rinnovabili il costo energetico del trasporto della fonte primaria (come sole o vento) è nullo, mentre rimane l’investimento energetico per la fabbricazione dei dispositivi stessi, analogamente alle tecnologie convenzionali. Si stima che la quantità di energia impiegata per costruire pannelli fotovoltaici si recuperi in 1–3 anni di funzionamento. Come vedremo, questo tempo di ritorno energetico o payback time è più alto di quello calcolato per gli impianti eolici, ma più basso di quello tipico delle centrali nucleari.