Mentre i gilet gialli mettono a ferro e a fuoco Parigi per protestare contro l’aumento del prezzo dei carburanti con cui il presidente Emmanuel Macron vuole finanziare la transizione verso fonti energetiche più pulite, in Australia accade esattamente il contrario. Pochi giorni fa infatti Sydney è stata invasa da una manifestazione oceanica di studenti che protestavano contro il Governo reo, a loro dire, di fare poco per combattere il cambiamento climatico.
Contestate le politiche ambientali dopo le critiche dell'Onu
L'Onu infatti ha indicato l'Australia come uno dei Paesi che non riuscirà a rispettare gli impegni concordati per ridurre i gas a effetto serra entro il 2030. La manifestazione si è svolta mentre il Paese continua ad essere bruciato da centinaia di incendi, provocati dalle alte temperature, assolutamente anomale per la stagione. Nel mirino degli studenti c’è anche la nuova miniera a carbone che il colosso indiano Adani ha intenzione di realizzare.
Il progetto Carmichael si trova, nello stato settentrionale del Queensland, ha avuto un’incubazione di dieci anni ed è osteggiato dagli ambientalisti e da alcune agenzie governative. Le banche, che avrebbero dovuto finanziarlo, si sono tirate indietro con il risultato di un dimezzamento del progetto rispetto alle intenzioni iniziali. Nonostante tutto il gruppo indiano ha annunciato che lo finanzierà da solo e ha annunciato l’avvio dei lavori entro la fine dell’anno.
Le proteste
A sostenere la nuova miniera a carbone c’è il Governo e anche per questo migliaia di studenti, di scuole primarie e secondarie dai 5 ai 18 anni, hanno apertamente sfidato il premier, Scott Morrison, che aveva invitato i ragazzi a restare sui banchi di scuola. "E' necessario più studio e meno attivismo", aveva detto il premier prima delle proteste. Morrison è lo stesso che, nel febbraio 2017 quando era ministro del Tesoro, si era presentato in Parlamento con un pezzo di carbone dicendo: "Non dovete aver paura, non vi farà male".
Le manifestazioni hanno invaso le strade di Sydney ma anche in altre città come Melbourne e Adelaide, dove i ragazzi si sono radunati davanti agli edifici governativi con cartelli con su scritto: "Non bruciate il nostro futuro", "Rispettate il nostro futuro".
A sostenere le proteste c’è la studentessa svedese Greta Thunberg, la 15enne che ha chiesto un'azione collettiva contro il surriscaldamento del pianeta. Da parte sua, il governo australiano non sembra intenzionato a dialogare: il ministro delle Risorse, Matt Cavanan ha insistito che "ciò che si impara meglio quando si protesta è la strada per entrare nelle fila dei disoccupati" invitando i ragazzi a studiare "la geologia, a capire come costruire le miniere, come trivellare per estrarre il petrolio e il gas".
L'Australia si è impegnata a ridurre le emissioni entro il 2030 ma, come ricordato, un recente rapporto delle Nazioni Unite ha mostrato che "non c'è stato alcun miglioramento". Il cambiamento climatico è una delle questioni più spinose in Australia, dove molti governi sono caduti proprio per le politiche riguardanti le tasse sui gas inquinanti o il piano energetico nazionale e dove i conservatori vogliono puntare ancora sui combustibili fossili più inquinanti, sostenendo che le energie alternative e le misure per mitigare i cambiamenti climatici fanno aumentare il costo dell'elettricità.
Paese bruciato da centinaia di incendi
Tutto questo mentre il paese è colpito da centinaia di incendi che hanno costretto migliaia di persone a fuggire dalle loro case. Nello Stato del Queensland, si è registrata un'ondata di caldo senza precedenti mentre nello Stato limitrofo del Nuovo Galles del Sud, Sydney è stata colpita da temporali e piogge violentissime che hanno costretto a terra gli aerei, fermato i treni, bloccato gli automobilisti. Gli scienziati hanno lanciato un progetto per tentare di salvare la Grande Barriera Corallina che è in via di estinzione perché ampie fasce di corallo lunga la barriera, di 2.300 chilometri, sono state distrutte dall'aumento della temperatura marina causato dal cambiamento climatico.