Riciclare l’Internet che si spreca, per creare un cloud sicuro, ecologico e anche gratis. È questa l'idea intorno a cui ruota Cubbit, il progetto di una startup nata a Bologna nel 2016. "Non più enormi e inquinanti data-center di proprietà delle corporate - ha spiegato Stefano Onofri, 26 anni, founder insieme a Lorenzo Posani - ma piccoli server home-made che, grazie al nostro software innovativo, riciclano l’Internet che non usiamo. Ognuno di noi ottiene da Cubbit il primo servizio di cloud storage gratuito. Senza che nessuno ti chieda più una fee mensile".
Non solo. Il cloud "è anche cifrato end-to-end". Il Beta Test di Cubbit è attualmente in corso su più di 250 Raspberry PI 3 connessi ai router domestici di utenti sparsi in tutta Europa. Nel team, oltre Stefano Onofri e Lorenzo Posani (PhD presso Laboratoire de Physique Statistique presso l'Ecole Normale Superieure di Parigi), anche Marco Moschettini (Responsabile dello sviluppo software e della tecnologia di Cubbit. E' specializzato sui problemi del peer-to peer e del machine learning) e Alessandro Cillario. Vincitore del MyLLENIUM Award e del Premio Nazionale Innovazione nel 2016, Cubbit ha anche superato la prima fase del programma Climate Kic 2017 dedicato a progetti dall’alto potenziale ecologico.
Consumano quanto il Brasile
La necessità di un cloud green nasce anche dalla consapevolezza di quanto costano in termini energetici queste strutture. "Tutti i data-center del mondo - ha spiegato sempre Onofri - consumano quanto il Brasile. Cubbit è diverso, perché ricicla le risorse Internet che abbiamo già: il wi-fi di casa, le chiavette Usb o gli hard-disk, che stanno nei nostri cassetti a prendere polvere. Noi li trasformiamo e rendiamo il cloud. Non dobbiamo più raffreddare alcun data-center e per ogni 200 gigabyte che salvi su Cubbit risparmi la stessa energia di un frigorifero ogni anno".
Come funziona
Cubbit funziona allo stesso modo degli altri storage "con una cartella dove puoi condividere i tuoi file e tenerli sempre al sicuro". La vera innovazione sta sotto il motore, "una tecnologia nuovissima, Made in Italy e distribuita. E' un software - ha sottolineato Stefano Onofri - molto sofisticato, velocissimo, semplice, ma efficace e capace di mettere insieme una serie di dispositivi (i Cubbit device), che sono dei piccoli NAS (server locali, abbandonati e vulnerabili), ma diversamente da questi sono sicuri e veloci".