Sviluppa prodotti per l’isolamento termoacustico e per la pavimentazione bio-compatibile di interni ed esterni. Lo fa con il 100% di materiali riciclati (tra cui vetro e scarti di acciaieria) e con un processo che permette di ridurre dell’80% i costi di produzione e il 90% di emissioni CO2. Il progetto si chiama Reco2 e a sostenerlo c'è il talento di Desirée (COO, il direttore generale) e Tommaso Farletti (CEO), Daniele Nora (si occupa della strategia commerciale) e Luca Spiridigliozzi (CTO, il responsabile della parte tecnologica e degli aspetti tecnici del processo di produzione), età media 26 anni, tutti originari di Pontecorvo, nel frusinate.
"Ci occupiamo di bioedilizia secondo il modello di economia circolare - ha spiegato Daniele Nora - Reco2 recupera scarti inerti e li trasforma in prodotti funzionali per l’isolamento termoacustico e per la pavimentazione di interni ed esterni. Lo facciamo attraverso un processo che abbiamo brevettato".
Che fa Reco2
A stimolare l'idea per il progetto è stata la vista di una discarica a cielo aperto di vecchi pneumatici incendiati. "Ci ha scosso e da quel momento in poi - ha spiegato Luca - abbiamo capito che non potevamo più aspettare e che dovevamo fare qualcosa di concreto per aiutare l’ambiente". Secondo Spiridigliozzi il primo tra i punti di forza del sistema è "nelle temperature di processo al di sotto dei 100 gradi. Questo permette bassi consumi per far funzionare i forni che cuociono i materiali. Poi possiamo anche utilizzare stampi creati in 3D e adattare i prodotti a qualsiasi forma".
Innovatori della ceramica
Reco2 si è costituita come startup nel 2017, ha vinto il bando preseed di LazioInnova, il Millenium Award del Gruppo Barletta, un premio di 50 mila euro dalla Banca del Cassinate, è in gara per un finanziamento europeo e durante la Maker Faire Rome 2018 è stata premiata da Rinnovabili.it con una campagna di comunicazione. "Il nostro obiettivo? - ha aggiunto Luca - rivoluzionare il mondo della produzione ceramica ed eliminare i consumi di gas ed emissioni". Per Desirée Farletti "l'economia circolare è un nuovo modo di fare economia. Vuol dire non pensare a manufatti che poi vengono dismessi ma che possono essere riutilizzati sotto altre forme".