Negli ultimi 10 giorni Bitcoin sembra essersi scrollata di dosso il torpore degli ultimi 18 mesi. La criptovaluta, che nel 2017 fece sognare centinaia di migliaia di cercatori d’oro digitale quando la sua valutazione passò in 12 mesi da 900 a 20 mila dollari, prima di crollare, in poche settimane, verso quota 4mila, nelle ultime settimane ha segnato il suo primo nuovo picco. La sua valutazione è passata da circa 5mila a 8mila dollari e il suo prezzo oggi segna un nuovo aumento a +14,91%.
La causa, scrivono in molti, è la guerra dei dazi tra Usa e Cina che, per dirla con le parole del capo dei commentatori politici del Financial Times Gideon Rachman, rappresenta una minaccia all’economia globale. Un timore non da poco che in attesa di effetti sul medio e lungo periodo ha avuto un effetto immediato su Bitcoin.
In realtà la spiegazione non convince tutti. “Non c’è una vera spiegazione sul motivo per cui Bitcoin ha toccato il suo massimo da 10 mesi lunedì scorso”, ha scritto nella notte la Reuters. L’unico elemento concreto, spiega l’agenzia, è che a New York è in atto una conferenza sulle criptovalute chiamata Consenus (iniziata il 13, finisce il 15 maggio), “dove sono raccolti i maggiori investitori e attori di mercato”. Bitcoin è salito di quasi il 17% sugli indici che ne valutano le performance.
E se alcuni analisti sono convinti che c’entri la guerra commerciale tra Usa e Cina, in realtà spiega alla Reuters David Thomas, brocker per GlobalRock, che è troppo presto per affermarlo, “anche perché Bitcoin non può certo essere considerato un bene rifugio”.
Bitcoin intanto ha quasi raddoppiato il suo prezzo nel 2019, cercando di cambiare passo dopo il tremendo 2018 quando perse circa tre quarti del suo valore a causa delle prime regolamentazioni sul settore un po’ in tutto il mondo. Ma nei primi 5 mesi il suo valore è cresciuto del 119%.
Twitter: @arcangeloroc
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