Il 2018 è stato un anno importante per il mondo delle criptovalute e della blockchain. E’ stato un anno di maturità. A dieci anni dall’invenzione di Bitcoin tutto l’ecosistema ha smaltito la sbronza del 2017. Bitcoin, le criptovalute e ogni aspetto legato alla blockchain non costituiscono un semplice dominio tecnico, si tratta prima di tutto di un dominio sociale e come tale anche economico.
Ma dunque cosa ci aspetta nel 2019? Apparentemente l’intervento della regolamentazione in questo settore sembra essere l’aspetto preponderante e come conseguenza da un lato potrebbe portare un freno alla sperimentazione, ma anche un impulso nell’adozione in contesti istituzionali.
Banche e pubbliche amministrazioni potrebbero finalmente trovare un terreno solido per adottare le tecnologie e le soluzioni finora usate nel mondo delle criptovalute per casi d’uso che finora sono stati proibiti. In questo contesto possiamo immaginare che i sistemi di pagamento internazionali potranno trasformarsi, le banche più propense all’innovazione potranno avanzare rispetto ai concorrenti che diventeranno obsoleti, o meglio scopriranno semplicemente di esserlo.
In Italia le banche stanno ancora sperimentando il bonifico istantaneo mentre Facebook acquisisce una licenza di banking e il mondo sperimenta la nascita di una nuova finanza basata sulla blockchain. Aspettiamoci dunque la reinvenzione di prodotti finanziari tradizionali, ma implementati con smart contracts e tecniche crittografiche. Il 2019 sarà un anno eccitante per chi non si limita a guardare il prezzo di bitcoin o di ripple, ma cerca di capire che non si tratta semplicemente di una tecnologia, che non si tratta semplicemente di finanza, ma che ci sono opportunità per un’innovazione del funzionamento stesso della nostra società.