In casa mia è arrivata Alexa. È entrata in sala da un giorno, posizionandosi di fianco alla televisione, ma in modo discreto, perché ha la forma di una sfera poco più grande di una palla da tennis. Nel mercato italiano invece Alexa e il suo hardware, Echo, sono entrati il 30 ottobre. In prenotazione su Amazon già da alcuni giorni, si possono acquistare ora approfittando di uno sconto. Si tratta dei dispositivi intelligenti per la smart-home - che in futuro sarà sempre di più smart-life - che il gigante dell’e-commerce guidato da Jeff Bezos ha inventato negli Usa e portato in Europa.
Il software, Alexa appunto, ha una voce e una “personalità” femminile: ma tutto il suo “cervello” si trova ”interamente in cloud”. Questo vuol dire che sul dispositivo Echo che compreremo non c’è fisicamente nessun programma: tutte le richieste vengono inviate direttamente al cervellone di Amazon, che le elaborerà e manderà indietro un messaggio con la risposta.
Al solo comando della voce Echo (il corpo) - nelle sue varianti Dot, Spot e Sub - si attiverà e Alexa (la mente) sarà in grado di impostare una sveglia, suggerire una ricetta, fornire le previsioni del tempo, regolare le luci in casa e la loro intensità, e persino attivare la macchina del caffè all’orario desiderato, se questa è collegata ad una smart plug (una presa intelligente).
Alla domanda: “Alexa quali sono le notizie di oggi?” potrà rispondere grazie alle sue “skill”, app che i principali media hanno elaborato apposta per questo device. L’intelligenza artificiale, come quella della cugina Siri, ha anche delle “opinioni”: ad esempio un libro preferito (Le Città Invisibili di Italo Calvino, chissà perché…). Interpellata, dialoga con gli apparecchi intelligenti della casa, guidata dal ’padrone’ e dal suo smartphone, tramite la relativa app collegata all’account Amazon.
Non c’è da spaventarsi - garantiscono i produttori - per i nostri dati o per il fatto che un microfono sempre acceso possa controllare noi, le nostre abitudini, i nostri consumi anche nel luogo che riteniamo più privato: la nostra abitazione. Secondo Amazon, Alexa non sarà un Grande Fratello dalla voce femminile, perché si attiva solo se chiamata e perché basterà pigiare un tasto per interrompere l’alimentazione di corrente e quindi il suo funzionamento. Inoltre dall’app su smartphone sarà possibile risalire a tutti i comandi ricevuti, ed eventualmente cancellarli.
'Italianizzare' il software
Un team di ingegneri del linguaggio che lavorano per Amazon nel centro di sviluppo di Torino ha cercato di adattare il software alle esigenze degli italiani e al nostro modo di pensare: le sono state insegnate - ad esempio - le varianti regionali di alcuni verbi, come spegnere, che in Toscana si dice “spengere”; e le pronunce più comiche del nostro inglese maccheronico: gli U2 non saranno quindi “iutiu”, ma gli “udue” anche per lei. In un giorno e mezzo di esperienza non posso certo dire che un supporto del genere mi abbia cambiato la vita, ma è facile riconoscere le potenzialità che potrebbe esprimere in una casa adeguatamente attrezzata.
Prima di andare a letto le ho chiesto ‘Alexa, impostami una sveglia alle 8 con il Gr1 Rai”. E così ha fatto. Non molto in più di una radiosveglia, se non fosse che poco dopo è stata in grado di propormi direttamente la mia playlist Spotify preferita, e di spegnersi al solo “Alexa, stop”. Per adesso ho l’impressione che molti dei miei gesti quotidiani saranno più semplici e che la userò come un nuovo giocattolo tecnologico molto intelligente.
Se poi mi si chiedesse quanto la spiegazione che mi è stata fornita riguardo la protezione della mia privacy mi abbia convinto, ad essere sincera risponderei di no. Ma temo di aver rinunciato a buona parte della mia riservatezza già solo nel momento in cui ho acquistato il mio primo iPhone. L’importante è esserne consapevoli.