Sta diventando di moda parlare di bolle. Se ne parla da anni eppure nessuna bolla è ancora scoppiata. Dicono che la Fed abbia analisti che studiano Intelligenza Artificiale applicata al mercato finanziario in modo tale da evitare le bolle. Altri, invece, affermano che l’intelligenza artificiale applicata ai mercati porterà a nuove bolle. Gli economisti, si sa, si dilettano in previsioni ed hanno - quasi sempre - il 50% di probabilità di avere ragione e di avere torto.
Possiamo davvero dire che Bitcoin sia una bolla?
Robert Shiller, Nobel per l’economia e famoso per aver studiato le bolle speculative ieri (08/08/2017) ha affermato che il bitcoin è l’esempio perfetto di bolla. Ma è proprio così? In effetti oggi il Bitcoin in Cina è crollato di oltre il 15% in pochissimi minuti ma vale ancora 24500 yuan ovvero 4300 dollari. In un mese è salito di oltre il 30% nei confronti del dollaro. Una bolla? Non proprio. O se lo è sembra lontana dallo scoppiare. La capitalizzazione di mercato è così marginale che più di bolla - parlerei a questo punto - di bollicina...
“Una bolla cresce rapidamente, deliziandoci con i suoi riflessi brillanti, ma poi scompare istantaneamente. E’ sostenuta dall’area e dal vento” affermava Joseph Penso de la Vega - nel suo “Confusiòn de Confusione” nel lontano 1688. Sì. Ricordava la famosa bolla dei tulipani.
Aria fritta sono invece le ICO di nuove monete virtuali
Aria e vento sembrano essere invece le ICO (initial coin offering, ovvero la raccolta di denaro fatta immettendo nuova moneta virtuale, qui un articolo de La Stampa spiega il fenomeno ndr), lo stesso numero di lettere ricorda i CDO (Colleteralized debt obbligation, un'obbligazione che ha come garanzia collaterale un debito, ndr). Ma sono diverse. I CDO erano composti da spazzatura. Le ICO neanche da quella.
Il fenomeno delle Ico, legato alle startup
Una startup, anzi, un’idea. può raccogliere denaro attraverso una ICO, bypassando tutta la regolamentazione relativa alla raccolta di capitali. Senza alcuna selezione se non quella fatta dal mercato. Quale mercato? Pompato e sostenuto dal digital marketing estremo (Pagine Facebook, Google ads, ecc ) di solito raccoglie Ether e li cambia in euro o dollari per far fronte agli investimenti. La pubblicità il più delle volte convince piccoli risparmiatori - quasi disperati - ad acquistare quote di queste pseudo società.
Ma non è finita qui. Per ogni ICO, si crea una sorta di mercato, dove i trader si scambiano i token, una sorta di asset delle startup, idee, ecc. Si è arrivati al punto che si può scommettere su un illusione. Comprandola e vendendola. Ovviamente le ICO sono nate perché riflettono quello che fa parte comunque di noi ma ad una velocità e a ritmi imbarazzanti. Il sogno di ogni speculatore di ICO è quello di nutrirsi delle perdite degli altri, monetizzare i guadagni ricomprare un illusione e poi rivenderla.
Bitcoin non è qualcosa di virtuale, non più del denaro
Sì. Neanche il denaro inteso in dollari esiste. Esiste perché ci crediamo e gli diamo un valore ma almeno è garantito - o quasi - da qualcosa. E no. Il bitcoin non è vero che non esiste. La blockchain è viva ed è trasparente in tutto. Quindi, paradossalmente, esiste più dei dollari o dell’euro. Il mercato delle ICO, fa entrare nel gioco trader giovanissimi soprattutto, richiamati da una volatilità a dir poco schizofrenica, ieri ad esempio salivano quasi tutte intorno al 20% ed oggi sono tutte in rosso più o meno della stessa entità. No. Non sono i mercati e no. Neanche Draghi o Trump. No. Assolutamente. Neanche l’Intelligenza Artificiale può fare niente. Le bolle sono inevitabili. Portano progresso.
Homo bulla est
Nel I secolo a.c. Marco Terenzio Varrone si era messo a studiare il comportamento delle persone e aveva concluso che ogni uomo è una bolla. Homo bulla est. Così disse. E la natura umana sembra non si sia mai evoluta. Ha solo amplificato delle emozioni e gli ha dato vita.