Sei delle più grosse banche mondiali hanno deciso di lanciare insieme un progetto per ‘creare una nuova forma di denaro digitale’. Lo scrive il Financial Times che spiega perché questo nuovo sistema soprattutto a lanciare il prossimo anno delle transazioni interbancarie sulla blockchain, il motore tecnologico che muove bitcoin.
Cos'è la blockchain, in breve
Cosa sia esattamente la blockchain e perché è considerato ‘l’inarrestabile motore di bitcoin’ abbiamo scritto qui , in un lungo articolo che spiega 5 ragioni della sua potenza e perché è la vera parte rivoluzionaria di bitcoin. E' il complesso sistema di algoritmi e registri distribuiti che consente a criptovalute come bitcoin di essere scambiate e verificate elettronicamente attraverso un network di computer, senza passare da un 'autorità centrale'. La sua complessità e la sua perfezione algoritmica l'hanno resa una delle tecnolgie più promettenti degli ultimi anni, con una possibilità di applicazione di cui noi oggi non vediamo altro che una piccola parte.
L'incubo paventato su Motherboard
Ma ieri, mentre l’Ft impaginava questo articolo che oggi è sul quotidiano, l’attenzione dei lettori di questi temi in Italia era ancora catturata da un altro articolo pubblicato qualche giorno prima. Lo ha pubblicato Motherboard, il verticale dedicato alla tecnologia di Vice, che titolava secco: “Perché la blockchain rischia di trasformarsi in un incubo”. E l’incubo è che i grossi player finanziari decidendo di sfruttarne la potenza assumendo un potere enorme. Spiegano a Motherboard Oriana Persico e Salvatore Iaconesi (hacker, artisti, fondatori del laboratorio Art is Open Source (AOS)).
"La blockchain, e molte delle tecnologie derivate da essa, sono ottime dal punto di vista tecnico — una vera e propria rivoluzione del modo di pensare alla rete — ma pongono un problema di tipo psicologico, filosofico e, in prospettiva, politico. Soggetti tra loro diversissimi stanno pensando agli utilizzi più disparati di questa tecnologia, con presupposti ed effetti molto differenti tra loro: dall'anarchia fino a Wall Street e i governi”.
Blockchain + Internet of Things: tutta la nostra vita finirà nella sfera digitale
In sintesi la tesi è questa: Internet of Things (i IOT, internet applicato agli oggetti, frigoriferi intelligenti, macchine che si muovono da sole, assistenti domestici etc...) e blockchain porteranno tutte le nostre vite nella sfera digitale.
- L'IOT ha recentemente introdotto lo IOTA token. Di che si tratta? Una criptomoneta dedicata esclusivamente all'internet of things, agli oggetti connessi ad internet, che consente di effettuare delle micro transazioni tra diversi dispositivi per scambiare 'servizi, risorse e dati'.
- La blockchain, il motore di ogni criptomoneta, riesce nella sua presunta infallibilità grazie ad un motore umanissimo: l’avidità. Ogni passaggio, ogni controllo porta con se una micro transazione economica, ‘controllata’ e autorizzata da nodi in cambio di una micro fee sulla transazione. E nessuno vorrebbe perderci dei soldi, quindi meglio lavorare bene e far funzionare il sistema (sia questo adesso gestito da nodi di computer o chissa, in futuro, da banche o gruppi di banche). Quindi il sistema si autoregge.
E quando ogni azione entrerà nella sfera digitale, e quando ogni azione diventerà un semplice scambio di informazione, “Inizierà ad essere veramente difficile pensare a qualcosa, a qualche nostra forma di espressione, che non corrisponda ad una transazione economica”. Un problema etico, forse politico, ma anche psicologico.
Ogni nostra azione diventerà una transazione economica di qualche tipo? Molto probabile
Ecco l’incubo in cui rischia di farci piombare questa tecnologia, secondo l’analisi proposta in questo articolo. Che ogni azione diventi una transazione economica. Che tutto rientri nel mondo degli oggetti connessi in un sistema che per garantire la sua stabilità è costretto a sostituire la centralità di un ente terzo con la centralità del valore economico. Per dirla con le parole dei due hacker, “perderemo la capacità di concepirle, pensando che sia normale che ogni nostra manifestazione vitale corrisponda ad una transazione economica: che sia un acquisto, una relazione affettiva, o un gene del nostro corpo, non farà differenza”.
Addio narrazione della libertà della blockchain
La narrazione della libertà della blockchain sarebbe sul punto di non ritorno. Più o meno come il web si è chiuso in sistemi chiusi e tutto adesso passa in connettori come i social per esempio. La dimostrazione, la certezza che questo stia già succedendo è data per Persico e Iaconesi dal fatto che la blockchain è entrata nel mirino di colossi come Citibank.
Ma non è la prima volta che succede: Immer das Elbe
Ma non si tratta solo di Citibank. Quasi tutte le istituzioni finanziarie la stanno studiando. In Italia anche Intesa Sanpaolo e Unicredit lo stanno facendo. FT poche ore dopo ha raccontato che l’interesse per la blockchain è in realtà assai più ampia. Ed entro il 2018 questo sistema integrato di banche che vedrà la luce. E che sarà un passo verso l’incubo temuto o no è difficile dirlo.
Difficile tanto quanto credere che oggi in realtà già non pensiamo che molte delle cose che facciamo non siano già legate ad uno scambio di valore, e che una blockchain diffusa nella sfera digitale metterà un punto a qualcosa già maturato negli anni. Un po’ come il compito della filosofia per Hegel, che dà un senso alle cose che già il senso lo hanno maturato. Non sarà nemmeno la prima volta che un’idea, nata addirittura nella controcultura, finisca per ‘rafforzare’ il sistema. E’ già successo se si pensate. Vi dice niente la storia degli mp3? E la cultura del file sharing e del peer-to-peer? "Immer das Elbe".