Questo weekend ho riletto un libro che qualche anno fa mi aveva colpito molto, cambiando alcune delle mie percezioni (e rafforzandone molte altre). Il Cigno Nero di Nassim Nicholas Taleb, oramai un classico. Ma staccare gli occhi dalle notifiche del cellulare è sempre complicato, anche quando si è assorti nella lettura. Bitcoin questo weekend ha superato per la prima volta il valore di 2mila dollari (oggi vale 2,150 dollari). Quasi doppiando l’oro, che è fermo a 1.200 dollari l’oncia. L’associazione è stata fin troppo semplice da fare. Bitcoin è in un certo senso quello che Taleb definisce un Cigno Nero. E Cigno Nero e Bitcoin si spiegano a vicenda.
Un Cigno Nero secondo la fortunata definizione di Taleb (che oltre che un filosofo è un trader finanziario) è un evento che riteniamo impossibile, o per lo meno molto poco probabile, che però manifestandosi cambia drasticamente le nostre percezioni. Smantella le nostre certezze. Smembra quella fitta rete di relazioni causa e effetto che fanno da culla intellettuale dove adagiamo sicuri le nostre convinzioni sul mondo. La storia che dà il titolo al capolavoro di Taleb è che fino al XIV secolo gli uomini erano convinti che tutti i cigni fossero bianchi. Ma gli esploratori europei scoprirono in Australia una specie di cigno completamente nero, cambiando per sempre una convinzione radicata nella mente di tutti per secoli.
Bitcoin è la libertà di Internet all'estremo grado
Fino a qualche anno fa tutti eravamo convinti dell’importanza del denaro, inteso come cash (nel senso dei Wu Tang Clan di C.R.E.A.M., Cash rules everything around me), ma soprattutto della funzione degli istituti centrali che ne regolamentavano i prezzi e la sua emissione. Nel 2008 è arrivato Bitcoin. Nato quasi per gioco, e non si sa ancora con certezza come. Bitcoin è una moneta digitale decentralizzata. Non lo regola nessuno se non esso stesso. Dopo anni passati in sordina, negli ultimi tre è letteralmente esploso, resistendo a crisi, frodi, scissioni. Nessuno poteva prevedere il boom della critpomoneta. Nemmeno i suoi più ferventi sostenitori. Magari qualcuno sì, ma per convinzione fideistica nei confronti dell’Internet e delle sue libertà. Bitcoin, in un certo senso, è la libertà di Internet alla sua massima espressione. Dall’altra parte, chi invece non ci credeva liquidava il discorso ‘Bitcoin’ come ‘bolla’. E fino a una manciata di mesi fa ogni tanto sui giornali apparivano le sue prèfiche.
Nessuno sa ancora quale possa essere la portata rivoluzionaria di Bitcoin. I suoi ‘effetti’ sono sconosciuti. I ‘fideisti’ (uso questo termine senza alcuna eccezione negativa) sostengono che cambierà per sempre il sistema bancario, il mercato, i governi. La loro tesi è che la ‘decentralizzazione’, la filosofia di Bitcoin e il motore del suo cuore pulsante chiamato blockchain, arriverà a toccare ogni aspetto della vita. La nostra vita. E se alcuni elementi che ci potrebbero indurre a pensarlo ci sono (li vediamo chiaramente negli andamenti della valuta digitale) potremmo sempre dire che le cose potrebbero andare benissimo in maniera diversa. Da un momento all’altro. Perché se potrebbe essere un errore pensare che il mondo, i nostri pensieri, le nostre previsioni rispondano rigidamente alle leggi della causa e dell’effetto, la sorte di Bitcoin potrebbe benissimo essere diversa da quello che oggi le si potrebbe prospettare. Bitcoin è un Cigno Nero. Ma di cigni neri (di eventi casuali che determinano il nostro futuro) non ce n’è solo uno. E potremmo 'scoprirne' qualcuno che cambi ancora le carte in tavola.
Ps. Prima di scrivere questo post ho cercato qualcosa a proposito di Taleb e Bitcoin, per vedere se ne avesse mai parlato. Lo ha fatto. Giusto qualche giorno fa. Un evento, credetemi, davvero casuale.